Emilio Capaccio
- 20/12/2012 12:16:00
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Mi piace molto questa poesia. Mi piace lidea della porta che si apre, lidea che qualcosa dentro si sommuova e ci induca a ritornare con la memoria a quei luoghi visti da bambini, e nello stesso istante ritornare noi stessi bambini con quella stessa espressione ingenua e disarmante di stupore e desiderio irrefrenabile di meravigliarsi ancora, perché in fondo luomo mai cessa di essere bambino, basta solo cercarlo dentro di se, da qualche parte, basterebbe appena chiamarlo solo con un fischio ed eccolo riemergere "il bambino" e tu ti rivedi in prima elementare o quando hai dato il primo bacio su quelle scale o quando hai visto cadere per la prima volta la neve o quando i tuoi genitori ti hanno fatto per la prima volta un regalo.
Un abbraccio, mia dolce!
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Cristiana Fischer
- 20/12/2012 12:11:00
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uno "spiraglio" per mettere in comunicazione due mondi, le "stanze visitate in sogni da bambino" e il segreto ormai saputo delle cose, e lo spiraglio è luce e bagliore di neve e di vetri, trasparenza e gelo, silice e cristalli... il caldo della curiosità del bambino e il mondo irrigidito di fuori... e cè solo uno spiraglio per fare passaggio
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