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Commenti al testo di Cristina Bove
Non dato sapere

Sei nella sezione Commenti
 

 Cristina Bove - 02/01/2013 08:57:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

" la consapevolezza che il dolore si può vincere trasformandolo."

se non proprio vincerlo...
almeno trasformarlo, sì.

grazie e auguri ancora
cb

 Loredana Savelli - 01/01/2013 23:28:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Ho riletto questa poesia grandissima e, grazie anche ai commenti, sono riuscita a cogliere ogni goccia che da essa trasuda, con ciò che implica di traumatico, e anche l’immagine di copertina.
E’ straordinaria, in rapporto direttamente proporzionale al dolore da cui è partorita. Scrivere, essere aristi, nasce (penso incontestabilmente) da un grosso strappo interiore, ogni parola è frammento di un filo che vorrebbe ricucire tale strappo.
A chi legge arriva una grande luce, la consapevolezza che il dolore si può vincere trasformandolo.
Rinnovo gli auguri, ciao!!

 Cristina Bove - 01/01/2013 22:50:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

Già, Nando, si può interpretare anche così, decisione drastica per sfuggire da un contesto insopportabile.
Un contesto che non era di sofferenza per l’aspetto esteriore, ero piuttosto carina, purtroppo, e dico purtroppo perché fu determinante nello scatenare il desiderio di "dimenticare" per sempre...
Fortunatamente oggi le donne possono parlare, a me allora non fu concesso.
Grazie di aver letto e di aver lasciato questo commento che mi fa molto riflettere.
cb

 nandobattaglia - 01/01/2013 19:33:00 [ leggi altri commenti di nandobattaglia » ]

"Non è dato sapere", solo vivere o morire; anche se quel "(...)tale/che poi ci regalò questa cultura/di sproporzioni ignobili/
(ne paghiamo ogni voce)/" non ci regalò cultura, ma solo l’essenzialità dell’amare. Poi l’uomo interpreta e allora...
Come è stato già scritto, questa poesia richiede silenzio e le può venire concesso anche commentando, poiché se hai riversato in versi una dolorosa esperienza umana, è per arte e "informazione", perciò mi permetto di scriverne; e il dato di bellezza è comprimario alla drammaticità del racconto di vita che insegna come il non sentirsi amati o difformi alle convenzioni(questo è il tragico limite di ogni cultura - si pensi oggi agli standard estetici della bellezza come valore sociale di una donna e capiamo in quali solitudini emotive e psicologiche possano vivere le adolescenti "bruttine")partorisca drammi di esclusione disperante che possono originare vari fenomeni negativi. Si può sempre porporre un ideale purché si accetti la coesistenza delle difformità senza necessariamente considerarle disvalore(evidentemente il discorso è lo parziale e frutto di un’estemporanea riflessione personale).
Rimane un testo poetico bello e d’impegno, perché può funzionare da specchio a tanti.

 Cristina Bove - 01/01/2013 18:17:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

Veramente, Carla, la ragazza cercò la liberazione spiccando il salto da un balcone.
Quella ragazza, cioè io, non aveva altro che se stessa, intorno c’era vuoto e abbandono.
Sono contenta che le cose siano andate in maniera inaspettata, anche se sopravvivere a certe esperienze, di cui allora non si poteva parlare, lascia ferite mai del tutto rimarginabili.
Ho amore e bellezza intorno, oggi; ma un certo ricordo crudele ogni tanto si affaccia.
grazie della ri-lettura
cb

 Cristina Bove - 01/01/2013 18:08:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

Cara omonima,ci ho messo una vita prima di poter parlare di questa mia vicenda drammatica.
Scampai alla morte dopo un volo dal quarto piano, ero talmente delusa dalla vita e della mancanza di amore.
Avevo diciotto anni, e mi convinsi che non valeva più la pena vivere.
Per fortuna sopravvissi e ho avuto esperienze bellissime, anche altre dolorose, ma nessuna come quella.
C’era però bisogno di parlare di una morte voluta e solo miracolosamente scampata, perché non mi è stato mai permesso di farlo.
La poesia mi è stata di grande aiuto.
Grazie della tua presenza
cb

 Carla de Falco - 01/01/2013 17:58:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

L’ho riletta, per provare a capirla.
Il salto che i vivi non capiscono a me non sembra un volo liberatorio. Ma l’esecuzione di una condanna. Una condanna subìta, mai dimenticata. La ragazza di carta straccia ed i suoi 18 anni mi perdoneranno se ho trovato terribile la sua storia. Ma di un terribile poeticamente pregevole.

 Cristina Bizzarri - 01/01/2013 17:10:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Cristina, ho letto anche i commenti, perché fa paura un testo come questo. Almeno a me che nella mia vita ho sperimentato situazioni emotive forti, così forti che in certi momenti non sapevo se era vero, se ero io che "costruivo". Questo accade infatti: ci si sente responsabili delle altrui responsabilità, se si ha un minimo di sensibilità. E comunque siamo responsabili della nostra vita. Scusa, ho divagato. Sento sofferenza, "follia" che salva dalla macina del cosoddetto "reale", in questa tua poesia. Il volo poteva portare a uno schianto, per fortuna è stato traslato in liberazione. Anche se il dolore, sullo sfondo, rimane. Insieme all’indignazione. Se ho proiettato troppo il mio vissuto ti chiedo scusa.

 Cristina Bove - 01/01/2013 16:27:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

Gentile Maurizio, è incredibile come tu abbia "visto" la scena, e quanto di realistico in quei pensieri.
Ne ho riscontrato di simili nella mia mente mentre mia madre stava morendo.
la vita è davvero una interconnessione di accadimenti e relative considerazioni.
Grazie di esserti soffermato su alcuni punti cruciali e ancora tanto vividi in me. Quella ragazza mi abita ancora, e ti ringrazia.
cb

 Maurizio Barzi - 01/01/2013 12:27:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Barzi » ]

Di ogni cosa cruenta lo spasmo in quello staccarsi dai piedi inaspettato nel volo si lacera strappandosi il cielo nel silenzio del volo lo schianto, un’annunciazione tragica come dell’angelo con la sua spada minacciosa a temere. A me viene in mente la normalità che precede e sorprende, gli oggetti immobili, la tavola da spreparare dopo, niente si sposta, come il boccone di carne in bocca a qualcuno presente in cucina a rigirarselo nella saliva e che pensava in quel momento se sputarlo o inghiottirlo cosi, quell’altro ancora che pensava e adesso? che ne sarà della sua casa al mare? la macchina potrebbe andare a mia figlia. Le seccature che precedono l’accesso al dolore, alla colpa, all’espiazione. Prima ancora che ogni cosa accada non è dato sapere.
Dire che è bellissima pare a me possa offendere.
Si dovrebbe solo tacere e chinare la testa.

 Cristina Bove - 31/12/2012 13:33:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bove » ]

Cara Loredana, la personalità si è strutturata su un numero impressionante di sofferenze fisiche ma soprattutto psichiche. Lo hai colto in pieno, e mi conforta molto.
Grazie infinite.


Cristiana, grazie dell’apprezzamento. Quei versi conclusivi hanno sintetizzato molto della mia vita.

Giovanni, è vero, un salto si può fare anche con la mente, ed è esattamente quanto mi è accaduto: come se il corpo avesse soprattutto una funzione sperimentale. Ma tu conosci bene queste dinamiche. Così come immagino tu possa sapere come un salto può trasformarsi in volo.
Un caro saluto anche a te

Buon Capodanno a tutti, che il nuovo anno ci sia lieve.

 Giovanni Baldaccini - 31/12/2012 12:49:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Sì Cristina, sappiamo di quel che parliamo, ma di quel che parliamo non diremo nulla. Diremo invece del salto, perché si può saltare in molti modi, anche con le parole, e questo è un salto bellissimo che vale la pena fare. Un caro saluto.

 Cristiana Fischer - 31/12/2012 12:20:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

ben costruita, racconti commenti e interpreti il fatto, fino al colpo finale: non lo potranno mai capire i vivi

 Loredana Savelli - 31/12/2012 09:40:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Testo forte, sembra riporcorrere le fasi di una ri-nascita dolorosa, il bilancio di una vita. Molte sono le accuse (anime di pietra, sepolcri imbiancati, bocche di farisei) alle quali corrisponde un’ostinazione uguale e contraria. Avverto una forte coerenza in questa testimonianza, segno di una personalità strutturata e fiera.
Saluti e complimenti, buon anno Cristina.