Maria Grazia Ferraris
- 08/04/2016 18:58:00
[ leggi altri commenti di Maria Grazia Ferraris » ]
Ho fame/ho sete/ ho freddo/ho fretta. La breve poesia che porta il numero 23, può davvero essere una sintesi del canto appassionato e sconsolato di Simone Consoli, Finestra d’Italia: le sfide, le lotte antiche che hanno perso senso, i bisogni disattesi, la fede respinta, l’indifferenza del nostro mondo. Ruota intorno a noi il mondo che non sappiamo più vedere, che non ci commuove più, che non riconosciamo come il nostro specchio deformato, degrado senza fine: quello dei vecchi, abbandonati fisicamente e spiritualmente, dei giovani, egotisticamente chiusi nelle loro cuffiette in suoni che li trascinano in mondi altri, quello dei migranti e del filo spinato che li arresta…. l’infelicità. La fotografia in bianco e nero offre il secondo sguardo, non il commento, lo sguardo lucido di chi non vuole chiudere gli occhi. I ciechi conoscono i cieli e spesso hanno un loro concetto degli arcobaleni Più di tutto sono esperti di spazi immensi e di giorno vanno di notte nei deserti
|
Franca Alaimo
- 06/04/2016 13:35:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Lincontro con lartista Simone Consorti, attraverso le pagine virtuali de La Recherche, è stata per me unesperienza molto significativa. Le sue fotografie in bianco e nero ( non ricordo chi ha detto che il bianco e nero contiene più colori del colore) confermano come. quando vi sia dietro lobiettivo un artista, la realtà si trasformi in visione; e no non intendo affatto indicare con questo termine nulla di onirico, quanto piuttosto quella capacità di lettura del reale non coincidente (finalmente!) con il semplice atto del vedere, quanto piuttosto una capacità di interpretazione del reale, con una propensione, casomai, a farne simboli mentali. Tanto più che queste fotografie hanno una loro eco ( ma forse è il contrario?) nei testi poetici che per me che scrivo poesia hanno costituito la maggiore sorpresa. Le poesie di Consorti hanno un timbro originale e, soprattutto, sono abitate da un sentimento di coraggioso e forte dissenso nei confronti del potere, sia esso culturale, religioso, politico. Sono poesie spesso "feroci", come feroce sa solo essere la nuda verità. Consorti racconta così la storia dItalia, dalla Resistenza ad oggi. Ed i suoi eroi sono i deboli, le vittime. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un doppio gesto artistico di grande valore etico, che mi fa ricordare, in qualche modo, il grandissimo Pasolini. Ma sempre prima della parola "nuda" cè la tenerezza ed essa la si può sentire liberarsi, intensa e tenace, dal male rappresentato.
|