:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 
« torna indietro | leggi il testo | scrivi un commento al testo »

Commenti al testo di Angelo Ricotta
La polemica sulla razza

Sei nella sezione Commenti
 

 Angelo Ricotta - 07/02/2018 12:53:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Non è la prima volta che rispondendo ai miei post tu mostri, con le tue risposte, di non comprendere ciò che scrivo o di non volerlo fare. Non mi ripeterò. Riassumo solo che il concetto di razza non è da confondersi con il razzismo. Chi lo fa è in malafede. Che ci siano differenze genetiche tra i vari gruppi umani, definiti tradizionalmente razze, è indubbio. Ciò ha delle implicazioni anche nella medicina. Non è vero che la scienza ha dimostrato il contrario. Io sono solo per la verità scientifica e respingo qualsiasi intromissione del politicamente corretto. Informati meglio.

 Giulia Bellucci - 07/02/2018 11:19:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

E no, Angelo, mettere in bocca agli altri ciò che non hanno detto, non va bene. Avevo deciso di lasciarti il sommo piacere di dire l’ultima, ma non ti consento di alterare il senso di ciò che ho detto, a tuo piacimento. Sei tu che dici che nella classificazione di razze umane lo hai trovato fino al 1868 su tutti i libri di Scienze. Io ti ho semplicemente spiegato che in quello stesso periodo si lottava ancora in America contro l’odio è la discriminazione razziale a danno degli africani portati in America per sfruttarli. Noi eravamo da poco usciti dalla persecuzione degli ebrei. La costituzione aveva appena vent’anni e si era sentito il bisogno di sottolineare in essa l’uguaglianza di tutte le razze, perché ancora di usava questo termine. Ciò che volevo dire è che tale termine faceva sentire la l’uomo autorizzato a stabilire una gerarchia sociale in base a esso, tant’è che, impropriamente, e lo sottolineo 100 volte, veniva usato per fare discriminazione anche tra famiglie. Ripeto : impropriamente. E no non solo nei casi che dici tu. Anche a riguardo di famiglie più indigenti o basso grado culturale o con qualche componente che aveva tenuto comportamento immorale...
Ora ti chiedo:
Serve in medicina la classificazione in razze. Un paziente bianco richiede cure diverse da uno affetto da eguale malattia con colore di pelle diverse?
Giuridicamente ci sono pene diverse? Un furto con scasso se perpetrato da un bianco riceve una pena diversa da altri?
Se la scienza poi dice anche che a livello genetico non ci sono grosse differenze, perché tu invece ritieni fondamentale tenerla perché la trovavi ancora nei libri di Scienze del 1968?
Quello che ho detto è questo e non occorre che tu ne faccia una rielaborazione personalizzata. Leggerò con piacere le tue risposte se vorrai darmele. Dal mio canto non interverrò ulteriormente. Non serve, non ha senso. Ciò che penso è chiaro.

 Angelo Ricotta - 07/02/2018 00:25:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

"1968...E il razzismo esisteva"
L’uso paesano che si faceva del termine razza nulla aveva a che fare con il razzismo come, ad esempio, quello dei nazisti. Infatti si diceva di certi compaesani "è una razza bastarda" oppure "razza di bastardi" o anche "brutta razza" per stigmatizzarne i comportamenti scorretti. Si mettevano in guardia le persone di non frequentarne certe altre perché pericolose in base alla loro storia personale. A volte si trattava di intere famiglie che si comportavano male da generazioni. Se questo viene considerato razzismo allora dovremmo tollerare l’invadenza nella nostra vita di criminali di ogni genere senza reagire? Questa è una richiesta irricevibile da qualsiasi persona sensata. Se si continua a colpevolizzare le persone per bene in questo modo, come sta accadendo, volendo costringerle ad accettare la convivenza con delinquenti, allora il vero razzismo dilagherà. Non svegliare il can che dorme!

 Giulia Bellucci - 06/02/2018 22:58:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Angelo, dal 1968 a oggi sono passati 50 anni...io sono nata in quell’anno. Tutto era diverso. E il razzismo esisteva. Io sono cresciuta in un paese calabrese e lì ’razza’ è un termine che a volte veniva usato in senso dispregiativo anche quando si voleva offendere i componenti di una famiglia con cui si serbava dell’astio...ecco perché è un termine che a me non piace proprio. Dal 68 ad oggi la scienza, tu lo sai meglio di me, ha fatto progressi che mai avremmo immaginato prima, soprattutto la genetica. A quei tempi i testi restavano gli stessi per anni e anni. Per tornare alla questione in oggetto, io ne so ben poco e non ho motivo di dubitare di chi ha fatto ricerche in merito. Ovviamente potrebbero anche sbagliarsi ma non sono in grado io di giudicare. Resta comunque il fatto che non possiamo credere che la scienza sia nel giusto quando avvalora le nostre tesi e non valida quando invece dice ciò che non vorremmo sentire...Resta pur sempre il fatto che secondo me tale concetto sarà definitivamente sorpassato nel corso di qualche millennio, quando le differenze non saranno più rilevabili neppure a livello macroscopico. Ora non aggiungerò altro, non serve. Buona notte.

 Angelo Ricotta - 06/02/2018 19:49:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Quando andavo a scuola fino al 1968 il concetto di razza era riportato in tutti i testi di Scienze. Se ne parlava anche in Storia e Geografia tranquillamente per distinguere i vari gruppi umani le cui differenze apparivano ovvie. Sapevamo invece che il razzismo, ovvero la teoria secondo la quale c’è una gerarchia di superiorità tra le razze, era qualcosa di estremamente deprecabile a causa, soprattutto, di ciò che avevano fatto i nazisti e i fascisti. Mai ci era venuto in mente di confondere il concetto di razza con quello di razzismo. Quando oramai, dopo molti anni, non avevo avuto più occasione di occuparmi di simili temi, essendo uscito dalla scuola superiore ed essendomi dedicato completamente agli studi di fisica e di matematica, ho cominciato a sentire dai massmedia che non si poteva più parlare di razze nel caso degli umani perché un certo Luigi Luca Cavalli-Sforza aveva dimostrato che non esistevano. La prima cosa che pensai a questa notizia fu: allora come si spiegano le ovvie differenze tra i vari gruppi umani? Mi procurai i libri divulgativi di Cavalli-Sforza "Chi siamo", scritto insieme al figlio Francesco, e "Geni, popoli e lingue". La faccio breve: non mi hanno convinto. Le spiegazioni sulle differenze mi sono sembrate confuse, persino contraddittorie, tutte preoccupate a negare il concetto di razza che viene, secondo me irresponsabilmente, identificato con il razzismo. Questa per me non è scienza ma un uso strumentale di essa, piegata all’imperversante moda del politicamente corretto. Tutti i miei iniziali dubbi sono restati intatti, anzi se ne sono aggiunti altri, per cui non vedo l’opportunità di rinunciare ad un concetto che mi permette di definire le evidenti differenze fra i vari gruppi umani.

 Antonio Terracciano - 06/02/2018 14:41:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Riporto quanto si può leggere alle pagg. 314-315 di "Geni, popoli e lingue" del professor Luigi Luca Cavalli-Sforza (ed. "Adelphi" , 1996) : "La parola ’razza’ stava a significare un sottogruppo di una specie distinguibile da altri sottogruppi della stessa specie. Ma la distinguibilità è inapplicabile alla specie umana, perché qualunque sottogruppo, anche un villaggio, è in media distinguibile da un altro, almeno in teoria, senza che ne derivi una gerarchia chiara che permetta di distinguerli. Le migrazioni frequentissime hanno creato una continuità quasi perfetta. Anche gli zoologi stanno rinunciando a usare il concetto di razza, perché troppo impreciso. Usiamo invece il concetto di ’popolazione’ , che non è biologico, ma statistico: è un gruppo di individui che occupa un’area precisa, qualunque essa sia. "

 Giulia Bellucci - 06/02/2018 11:08:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Mi pare di aver capito che si discuta sul fatto di cancellare il termine razza dalla Costituzione e non dal vocabolario, laddove non avrebbe senso... Io non sono in grado di dire se ci sono differenze oggettivamente riscontrabili nel DNA di caratteristiche differenti. La cosa che mi pare, e sottolineo pare, di aver capito è che l’istituto italiano di antropologia, branca della scienza, e sottolineo scienza, affermi che le differenze non sono tali da comportare differenze morali, sociali e intellettuali. Sia giusto o meno, non lo so.
Ora però chiudo gli occhi e mi vedo proiettata tra un millennio e immagino, e sottolineo che si tratta solo di immaginazione, e vedo che non ci saranno più caratteristiche fisiche neppure esteriore a far individuare differenze. Non ci sarà più né il bianco né il nero né altro colore. Il rimescolamento delle razze sarà tale nell’uomo che non ci saranno più differenze riscontrabili neppure nel DNA. Allora la parola razza di sarà estinta come i dinosauri e la studieranno come fatti storico di un passato quasi preistorico. Nessuno esasperato dal troppo rumore, aprirà mai più una finestra uccidendo alla cieca, gente di una razza diversa dalla sua. È una mia fantasia soltanto, penso però che sarà inevitabile per quanto ci opponiamo. Poi la questione immigrazione è un’altra cosa...

 Ivan Pozzoni - 19/01/2018 01:41:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Pure secondo me, ogni polemica sulla razza è sopravvalutata. La razza è indiscutibilmente un pesce, a volte cornuto.

 Angelo Ricotta - 18/01/2018 06:27:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Specie e razza non sono sinonimi. Le razze sono sottodivisioni della specie. Nel caso umano e anche per gli animali selvatici alcuni negano questa possibilità di suddivisione, relegandola solo agli animali domestici e di allevamento ma solo come terminologia zootecnica senza valenza zoologica. Salta agli occhi che gli umani possono essere suddivisi in gruppi distinguibili in base almeno al fenotipo: ad esempio caucasoide, negroide, mongoloide, ecc. Inoltre l’antropologia forense mostra che tramite l’analisi della struttura ossea è possibile stabilire il gruppo di appartenenza dello scheletro se caucasoide, negroide o mongoloide. Queste caratteristiche devono pur essere determinate da qualche parte del DNA. Perciò mi sembra contraddittorio che certi genetisti (che sono gli unici che vengono fatti parlare sui massmedia) affermino che non vi siano differenze riconoscibili a questo livello tra i vari gruppi. Per me questa presa di posizione non è giustificata dai fatti e dipende da pregiudizi antiscientifici, religiosi e politici. Se effettivamente avessero rilevato questo con i loro marcatori genetici, mi chiedo come possano spiegare le ovvie differenze fra i gruppi che non sono solo fenotipiche ma anche biologiche come dimostrato dalla pratica medica e dall’antropologia forense. Senza voler supporre la malafede, al meglio mi vien da pensare che stiano usando marcatori genetici inappropriati o non sufficientemente sensibili.

 Franco Bonvini - 16/01/2018 22:13:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

La specie umana credo sia solo una, leggevo ieri di un unico antenato comune. "Razza" è per gli animali domestici.