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Commenti al testo di Nicola Romano
Solitudini

Sei nella sezione Commenti
 

 Rossella Cerniglia - 03/12/2013 19:23:00 [ leggi altri commenti di Rossella Cerniglia » ]

La solitudine sembra essere, qui, più un momento di meditazione, nel quale l’essere ritrova se stesso, la sua essenza interrogante di fronte all’enigma delle cose e del mondo. Ma è, pure, una scelta etica che si impone sulle lusinghe e sulle futilità del mondo: " e nell’udire canti di sirene / per orgoglio sono rimasto solo"

 francesca luzzio - 29/10/2013 11:47:00 [ leggi altri commenti di francesca luzzio » ]

"Spleen, ennui",così definirebbe Baudelaire lo stato d’animo accorato e struggente che emerge da questi versi.
Il venir meno di una presenza che è stata fonte di vitalità,di idéal, di rapporto attivo con se stesso e con gli altri, si trasforma in solitudine che si espande, in una consonanza di sentire, nelle cose, quali i giardini di notte,pregnante metafora, carica di tutta la forza paralizzante che la solitudine imprime nell’io.

 Maria Musik - 28/10/2013 19:24:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Trovo questa poesia molto bella e sobriamente accorata.
I poeti, giustamente, si confrontano sulla coerenza del metro: da lettrice preferisco il significato che impregna la chiusa così com’è alla quale, solo per il mio gusto da cane sciolto e un po’ ignorante, sacrificherei volentieri la metrica. "la solitudine dei giardini di notte" è un verso che ti porta lì, in quei giardini, a risentire a pelle quella solitudine buia, umida, che mette un senso d’ansia, forse, di pericolo. Il riassetto restituirebbe al verso ordine "numerico" ma non so se manterebbe la stessa forza evocativa.

 giuliano brenna - 28/10/2013 10:13:00 [ leggi altri commenti di giuliano brenna » ]

Molto bella!

 nicola lo bianco - 27/10/2013 09:25:00 [ leggi altri commenti di nicola lo bianco » ]

Non sono parole, c’è un vissuto angosciante, riscattato dalle pregnanti metafore come le "panchine di notte".

 Nicola Romano - 26/10/2013 17:03:00 [ leggi altri commenti di Nicola Romano » ]

Grazie cari amici per l’attenzione e per i preziosi consigli, d’altronde pubblichiamo non per vanità ma per un doveroso confronto...

 Guglielmo Peralta - 26/10/2013 15:29:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Dalle "solitudini vistose" che "erano soltanto normali dispersioni" a un dolore, a una solitudine più grande e, tuttavia, contenuta, paragonabile a quella "dei giardini di notte", su cui scende all’improvviso il silenzio portando via voci, colori, suoni. E così è l’anima del poeta, che nell’intimità profonda accoglie quella solitudine.
Una poesia dal "tipico" tono malinconico, ma priva di quella sottile ironia che caratterizza e "addolcisce" molti testi di Nicola.
Per quanto riguarda l’osservazione di Anna Maria, sono d’accordo con lei. Nicola, forse potresti ricorrere all’anastrofe e riscrivere gli ultimi versi così:
..............
mi hai lasciato
dei giardini la solitudine
di notte

 Eugenio Nastasi - 26/10/2013 12:28:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

C’è una struggente certezza nella strofa che chiude la bella poesia-confessione di Nicola Romano che ricorda, in qualche modo,certe conclusioni di "Pastorale america" di Philip Roth, e cioè che la vita anche se vissuta con convinta responsabilità, perde sul versante dei sentimenti e degli affetti, non giunge insomma a quelle conclusioni per cui s’era intrapresa una scelta. Dunque anche il mistero delle combinazioni e delle previsioni, risolte comunque pienamente dalla maturità espressiva del Nostro.

 Loredana Savelli - 26/10/2013 11:59:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Poesia del dolore "decoroso". Lo stile sobrio è coerente con il contenuto. Molto apprezzata.

 Anna Maria Bonfiglio - 26/10/2013 11:31:00 [ leggi altri commenti di Anna Maria Bonfiglio » ]

E’ un testo molto avvolgente,accorato,metricamente ineccepibile salvo la chiusa: "mi hai lasciato/ la solitudine dei giardini di notte", un quinario ci sta, ma l’ultimo verso di tredici sillabe a me pare spezzi l’armonia.Nic,pensaci. comunque bella poesia
anna maria