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Commenti al testo di Davide Morelli
Goffi versi di un poetastro(2008)

Sei nella sezione Commenti
 

 Earl Montague Whiterdale - 17/07/2014 14:47:00 [ leggi altri commenti di Earl Montague Whiterdale » ]

è bello leggere un bravo poetastro di tanto in tanto! prosit!

 Cristina Bizzarri - 17/07/2014 13:24:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Allora, se sono stata troppo buona, adesso faccio la cattiva: non dovevi metterle tutte insieme (anch’io all’inizio qui sul sito l’avevo fatto perché appartenevano tutte a un mio precedente periodo), dovresti anzi devi as-so-lu-ta-men-te riproporle una per una. Altrimenti la lettura potrebbe risultarne appesantita. Se non lo fai: tant pis pour toi ...
Ok?
;-) e :-)

 Davide Morelli - 17/07/2014 10:09:00 [ leggi altri commenti di Davide Morelli » ]

Grazie dell’attenzione, ma è stata troppo buona.

 Cristina Bizzarri - 17/07/2014 09:39:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Sai, il titolo a prima vista mi era sembrato un po’goffo, coerentemente con l’aggettivo da te scelto.
Ho voluto comunque andare a vedere e ... che sorpresa! Sono entrata in un paesaggio ampio - sì proprio come l’immagine che hai messo a rappresentarti - in cui ho spaziato con una sensazione di leggerezza e insieme di pienezza. Leggera la lettura perché la tua poesia consiste di parole limpide, mai ambigue o di intralcio a una comprensione immediata del senso - piena, perché la lingua è quella del filosofo che ricerca, andando oltre la sensazione immediata (che tuttavia spesso è lo spunto e l’immagine/icona da cui fare il balzo), e nel ricercare si pone interrogativi giungendo a fare affermazioni sulla vita e sull’essere umano che non hanno nulla di presuntuoso o di aleatorio ma bensì sono intrise di un sentire profondo, meditato, vissuto intensamente. E queste riflessioni "sono" poesia nel momento stesso in cui il pensiero "è" (non: diventa!) nello stesso tempo sentimento della nostra condizione di "abitatori del tempo"- "è" quindi inquietudine, compassione, fierezza, e soprattutto un interrogarsi ininterrotto e solenne, quasi un "tace, fuge, quiesce": Cosa unisce ora questi atomi nostri
e cosa li disperderà dopo la nostra morte
nell’aria e nella terra ?".
Rileggerò con calma, mi sono piaciute troppo per non ritornarci sopra. Ma aspetto altre letture e commenti da parte degli amici della Recherche.
Ciao e buona scrittura!