Cristina Bizzarri
- 17/07/2014 13:24:00
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Allora, se sono stata troppo buona, adesso faccio la cattiva: non dovevi metterle tutte insieme (anchio allinizio qui sul sito lavevo fatto perché appartenevano tutte a un mio precedente periodo), dovresti anzi devi as-so-lu-ta-men-te riproporle una per una. Altrimenti la lettura potrebbe risultarne appesantita. Se non lo fai: tant pis pour toi ... Ok? ;-) e :-)
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Cristina Bizzarri
- 17/07/2014 09:39:00
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Sai, il titolo a prima vista mi era sembrato un pogoffo, coerentemente con laggettivo da te scelto. Ho voluto comunque andare a vedere e ... che sorpresa! Sono entrata in un paesaggio ampio - sì proprio come limmagine che hai messo a rappresentarti - in cui ho spaziato con una sensazione di leggerezza e insieme di pienezza. Leggera la lettura perché la tua poesia consiste di parole limpide, mai ambigue o di intralcio a una comprensione immediata del senso - piena, perché la lingua è quella del filosofo che ricerca, andando oltre la sensazione immediata (che tuttavia spesso è lo spunto e limmagine/icona da cui fare il balzo), e nel ricercare si pone interrogativi giungendo a fare affermazioni sulla vita e sullessere umano che non hanno nulla di presuntuoso o di aleatorio ma bensì sono intrise di un sentire profondo, meditato, vissuto intensamente. E queste riflessioni "sono" poesia nel momento stesso in cui il pensiero "è" (non: diventa!) nello stesso tempo sentimento della nostra condizione di "abitatori del tempo"- "è" quindi inquietudine, compassione, fierezza, e soprattutto un interrogarsi ininterrotto e solenne, quasi un "tace, fuge, quiesce": Cosa unisce ora questi atomi nostri e cosa li disperderà dopo la nostra morte nellaria e nella terra ?". Rileggerò con calma, mi sono piaciute troppo per non ritornarci sopra. Ma aspetto altre letture e commenti da parte degli amici della Recherche. Ciao e buona scrittura!
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