Franca Colozzo
- 11/10/2018 23:04:00
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Avendoti scoperta in ritardo, attraverso i tuoi scritti, non potevo non soffermarmi su questo canto curdo. Ho vissuto sette anni in Turchia, esattamente a Istanbul, e mi sono recata in viaggio fino alle estreme regioni del Kurdistan turco. Sono salita fino in cima al Nemrut Dağı, dove si trova la tomba santuario del re Antioco I Commagene, e sulle mura di Diyarbakir che si affacciano sul fiume Tigri. Nel mio romanzo sulla Turchia, non ancora dato alle stampe, affiora tutto lamore che quei luoghi sprigionano. In questo canto avverto il pianto: i Curdi sono un popolo a cui non è stato concesso il diritto di esistere come tale. Sterminato a destra e a manca, vive la tragedia siriana tra gli stermini ingiustificati, le aberrazioni di una guerra fratricida, e non solo, e le lotte di potere che imperversano nellarea mediorientale. Una scoperta notturna come questa, valeva la pena di essere vissuta. Grazie e buona notte.
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