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Commenti al testo di Amina Narimi
piccola Abele

Sei nella sezione Commenti
 

 Cristina Bizzarri - 16/01/2015 16:42:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Se non dimentico quello che scrivi, Amina, sento che le cose - tutte le cose - sono vive e ci parlano ... e ci dicono che non siamo perduti. Mai.
Ma spesso dimentico.
:-)

 Silvia De Angelis - 14/01/2015 06:34:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Immagini d’incredibile intensità, e raffinatezza, in questo tuo bel cantico poetico...
Un caro saluto,Amina, silvia

 Franca Alaimo - 13/01/2015 16:01:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

E’ come se, dopo una triste spezzatura, quasi un desiderio di morire, la piccola Abele, che è il Bene del cuore, offesa dal fratello malvagio, torni a rinascere e ad incitare alla vita, e soprattutto all’amore convocando sulle costole, nei pressi del cuore, la bellezza della natura affinché di nuovo nasca la Poesia. Una lettura, a me sembra,tutta simbolica degli ultimi fatti che sfocia in un appello alla fratellanza, all’amore, al bene. E alla Poesia, che tutti li include.

 Giuliano Brenna - 13/01/2015 13:36:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

Veramente molto bella!!

 quattrostraccisullapelle - 13/01/2015 09:09:00 [ leggi altri commenti di quattrostraccisullapelle » ]

La bellezza di quell’immagine divina, di lá di interpretazioni autoreferenziali, spesso più proiettive e segno pregiudiziale di occlusa ricerca che espressioni di una possibile oggettività, immagine "non umana" e quindi non nostra per definizione e derivazione, accade nella relazione tu a tu, bellezza che iconizza l’imago Dei e nella relazione "fratellomio e miosposo" si compie perfetta.
Sarebbe interessante approfondire la tramatura immaginifica del testo, la sua tessitura di accostamenti a forte contrasto, antropologicamente significativi, che con magistrale scrittura l’Autrice dispone a recupero della nostra verginità. In questo senso ri-leggerei quel bere dalla bocca, la partorienza facciale, la lupa tinta in rosso, il combattere e il mangiare - dimensione radicale dell’istinto animale, substrato anche umano - accanto alla stanza (ideazione e manufatto, "segni" culturali) dei colori (altro segno cognitivo-culturale); procedendo nella ricerca incontro "ululando", nido" (segni animali) al fianco di "devozione" (segno umano di cultura "spirituale"), passando poi al più bello forse dei contrasti, l’immagine del capriolo prima della poesia, arriviamo poi all’apice di questo contrasto (nel frattempo ci siamo imbattuti nella parola "istante" - anche qui: accanto a forza -, propria della "percezione" umana del tempo): "l’urlo visionario del richiamo", apice che prepara la sua dissoluzione nella soluzione mistica (si ritroveranno ancora "rondini nel cuore", ma non sussiste più lo iato, si è attenuato, anzi direi trasformato e trasfigurato dentro altre parole, in un altro linguaggio), cioè quel racconto veterotestamentario del fango diventato maschio e femmina oppure sempre dal biblico profetare la rianimazione delle ossa (qui anche echi neotestamentari, direi ancora di più: visione kenotica cristiana e visione pasquale cristiana; in tal senso, l’uomo che non si ferisce con la parola vera e non teme la morte, anzi muta sé per rinascere in "noi") ricopre e riscopre una nudità che nell’Amore torna vergine e quella verginità ricuce la ferita originaria, oltrepassa la frattura, riporta la relazione alla fraternità e nella fraternità maschio-femmina la sponsalità.
Ora, ci vorrebbero altre menti migliori della mia, altri cuori più degni per parlare della poesia di Amina - direi della sua poetica e della sua produzione poetica -, per dirne meglio e ancora di più, per rintracciarne le radici dei vari saperi che ne informano i versi, le antropologie, le culture, i rimandi letterari e religiosi; ma le strade dei veri grandi, hanno vie traverse accessibili a tutti, anche ad un pessimo lettore come me.
In Amina la via accessibile a tutti è, come mi sembra abbia già scritto Franco, la sua anima, però non nel senso di un cuore che batte ma nel senso di un cuore che ama e amando conosce l’amore e conosce nell’amore. Per questo allora le sue poesie diventano riflessi di Altro, specchi di mistici riflessi, visioni trasfiguranti il reale crearurale, nella natura e nell’uomo, recupero di un’integrità che sembra restituire alla Poeta Amina la purezza infantile dello sguardo, una purezza che le permette, fachira del dolore e della terrestrità, di camminare a piedi nudi nel fango e rientrare nella propria casa interiore senza lasciarne traccia al suo interno. Ecco perché anchi’io riesco a leggerla: si fa piccola per dare a tutti uno sguardo di piccolezza ma con le ali.

Sempre MiaInsuperabilePoetessa

 franco - 12/01/2015 20:20:00 [ leggi altri commenti di franco » ]

A me più dello specchio piace "vergine ognivolta insieme".
Un distacco dal passato, un’ amnesia, per essere ogni volta nuova e diversa..
Un incontro tra Anima e Amina.. Perchè l’ Anima si trova in un luogo senza passato, nè futuro, nè presente.
Un luogo senza tempo e senza spazio.
Il luogomagiko di Amina

 Lorenzo Mullon - 12/01/2015 18:57:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

come nessun commento!
e allora approfitto della nuova intestazione delLa Recherche ~ di solidarietà con Charlie Hebdo ~ per dire qualcosa
innanzitutto felicitazioni alla redazione:
aver scelto di schierarsi con un giornale notoriamente anti monoteista come Charlie Hebdo ( che sferza le chiusure mentali del Cattolicesimo non meno dell’Islam ) è

davvero coraggioso, significa aver fatto un bel passo in avanti rispetto alle concezioni dogmatiche di cui sono stato incidentalmente vittima in passato - ma ci sarà

stato di sicuro un fraintendimento, un reciproco "misunderstanding", internet è la culla dei fraintendimenti . . .
evviva!
e complimenti per la difesa della libertà di espressione
era ora
sarei quasi tentato di ritornare a inserire nuove poesie
quasi

rispetto alla bellissima di Amina . . .
"dolce specchio
in cui sorride l’immagine divina"
è stupendo
da anti monoteista ( anch’io! ) la interpreto nel senso di un ampio pluralismo:
siamo noi quella divinità
che per forza diventa un coro
e non la dittatura di uno o Uno, dogmatico seppur [ a volte, forse falsamente ] sorridente
bisogna superare le monarchie assolute
vaticane e "celesti"
o "celesti"/vaticane { a proposito di specchio }
<< è il momento giusto per superarle >>
altrimenti dove va a finire il tanto propagandato Amore?