Franca Alaimo
- 13/01/2015 16:01:00
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E come se, dopo una triste spezzatura, quasi un desiderio di morire, la piccola Abele, che è il Bene del cuore, offesa dal fratello malvagio, torni a rinascere e ad incitare alla vita, e soprattutto allamore convocando sulle costole, nei pressi del cuore, la bellezza della natura affinché di nuovo nasca la Poesia. Una lettura, a me sembra,tutta simbolica degli ultimi fatti che sfocia in un appello alla fratellanza, allamore, al bene. E alla Poesia, che tutti li include.
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quattrostraccisullapelle
- 13/01/2015 09:09:00
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La bellezza di quellimmagine divina, di lá di interpretazioni autoreferenziali, spesso più proiettive e segno pregiudiziale di occlusa ricerca che espressioni di una possibile oggettività, immagine "non umana" e quindi non nostra per definizione e derivazione, accade nella relazione tu a tu, bellezza che iconizza limago Dei e nella relazione "fratellomio e miosposo" si compie perfetta. Sarebbe interessante approfondire la tramatura immaginifica del testo, la sua tessitura di accostamenti a forte contrasto, antropologicamente significativi, che con magistrale scrittura lAutrice dispone a recupero della nostra verginità. In questo senso ri-leggerei quel bere dalla bocca, la partorienza facciale, la lupa tinta in rosso, il combattere e il mangiare - dimensione radicale dellistinto animale, substrato anche umano - accanto alla stanza (ideazione e manufatto, "segni" culturali) dei colori (altro segno cognitivo-culturale); procedendo nella ricerca incontro "ululando", nido" (segni animali) al fianco di "devozione" (segno umano di cultura "spirituale"), passando poi al più bello forse dei contrasti, limmagine del capriolo prima della poesia, arriviamo poi allapice di questo contrasto (nel frattempo ci siamo imbattuti nella parola "istante" - anche qui: accanto a forza -, propria della "percezione" umana del tempo): "lurlo visionario del richiamo", apice che prepara la sua dissoluzione nella soluzione mistica (si ritroveranno ancora "rondini nel cuore", ma non sussiste più lo iato, si è attenuato, anzi direi trasformato e trasfigurato dentro altre parole, in un altro linguaggio), cioè quel racconto veterotestamentario del fango diventato maschio e femmina oppure sempre dal biblico profetare la rianimazione delle ossa (qui anche echi neotestamentari, direi ancora di più: visione kenotica cristiana e visione pasquale cristiana; in tal senso, luomo che non si ferisce con la parola vera e non teme la morte, anzi muta sé per rinascere in "noi") ricopre e riscopre una nudità che nellAmore torna vergine e quella verginità ricuce la ferita originaria, oltrepassa la frattura, riporta la relazione alla fraternità e nella fraternità maschio-femmina la sponsalità. Ora, ci vorrebbero altre menti migliori della mia, altri cuori più degni per parlare della poesia di Amina - direi della sua poetica e della sua produzione poetica -, per dirne meglio e ancora di più, per rintracciarne le radici dei vari saperi che ne informano i versi, le antropologie, le culture, i rimandi letterari e religiosi; ma le strade dei veri grandi, hanno vie traverse accessibili a tutti, anche ad un pessimo lettore come me. In Amina la via accessibile a tutti è, come mi sembra abbia già scritto Franco, la sua anima, però non nel senso di un cuore che batte ma nel senso di un cuore che ama e amando conosce lamore e conosce nellamore. Per questo allora le sue poesie diventano riflessi di Altro, specchi di mistici riflessi, visioni trasfiguranti il reale crearurale, nella natura e nelluomo, recupero di unintegrità che sembra restituire alla Poeta Amina la purezza infantile dello sguardo, una purezza che le permette, fachira del dolore e della terrestrità, di camminare a piedi nudi nel fango e rientrare nella propria casa interiore senza lasciarne traccia al suo interno. Ecco perché anchiio riesco a leggerla: si fa piccola per dare a tutti uno sguardo di piccolezza ma con le ali.
Sempre MiaInsuperabilePoetessa
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Lorenzo Mullon
- 12/01/2015 18:57:00
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come nessun commento! e allora approfitto della nuova intestazione delLa Recherche ~ di solidarietà con Charlie Hebdo ~ per dire qualcosa innanzitutto felicitazioni alla redazione: aver scelto di schierarsi con un giornale notoriamente anti monoteista come Charlie Hebdo ( che sferza le chiusure mentali del Cattolicesimo non meno dellIslam ) è
davvero coraggioso, significa aver fatto un bel passo in avanti rispetto alle concezioni dogmatiche di cui sono stato incidentalmente vittima in passato - ma ci sarà
stato di sicuro un fraintendimento, un reciproco "misunderstanding", internet è la culla dei fraintendimenti . . . evviva! e complimenti per la difesa della libertà di espressione era ora sarei quasi tentato di ritornare a inserire nuove poesie quasi
rispetto alla bellissima di Amina . . . "dolce specchio in cui sorride limmagine divina" è stupendo da anti monoteista ( anchio! ) la interpreto nel senso di un ampio pluralismo: siamo noi quella divinità che per forza diventa un coro e non la dittatura di uno o Uno, dogmatico seppur [ a volte, forse falsamente ] sorridente bisogna superare le monarchie assolute vaticane e "celesti" o "celesti"/vaticane { a proposito di specchio } << è il momento giusto per superarle >> altrimenti dove va a finire il tanto propagandato Amore?
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