Franca Alaimo
- 09/07/2015 00:29:00
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La leggo e mi commuuovo come sempre mi hanno commossa le poesie di Pietro, piene di verità, intense, sfrenatamente sincere. Erano e sono il suo specchio. In questa proposta dopo la sua scomparsa cè tutto di lui: la caparbia offerta di sé agli altri, la consapevolezza dei limiti umani, la conoscenza delle più segrete sfaccettature della propria anima. Dal primo errore nella versione latina agli ultimi commessi e donati agli altri Pietro racconta il modo di relazionarsi con se stesso e gli altri componendo un pezzo di grande finezza psicologica. Spero che lassù, quando avrai subito offerto i tuoi errori, ti abbiano detto: Apri laltra mano, Pietro, e mostraci i talenti preziosi. Stanno ancora lì ad ammirarli!
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Loredana Savelli
- 08/07/2015 14:00:00
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Riconosco la Persona di Pietro in questa poesia che potrebbe apparire quasi cinica, invece dissimula un amore "pietoso" verso il genere umano, il tutto reso in un linguaggio levigato e controllato. Grande penna, grande cervello. Ma soprattutto un uomo buono.
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