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Commenti al testo di Roberto Maggiani
che cosa si vede in cielo?
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Alberto Rizzi
- 24/05/2017 09:24:00
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Trovo interessante come mescoli la realtà, la realtà resa verbalmente poesia e la terminologia scientifica: proprio perché luso di tale terminologia è lontano dal mio "sentire poetico".
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Roberto Maggiani
- 31/05/2016 00:04:00
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Grazie care Fiammetta, Franca e Valentina...
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Valentina Rosafio
- 26/05/2016 10:18:00
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Bellissima poesia. Mi sono persa in ogni verso,come ogni volta che guardo il cielo.
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Franca Alaimo
- 25/05/2016 23:29:00
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Roberto, questa che poco fa ho letto, è, secondo me, una delle tue poesie più belle e riuscite. In essa sapere scientifico e sapienza poetica si fondono così mirabilmente da scambiarsi le parti: le formule diventano elementi magici, visionari, le immagini formule di armonia matematica; e, così, terra e cielo, passato e presente, materia e spirito colloquiano, si accarezzano, si sposano dentro la vertigine bella dei suoni. E che emozione, di verso in verso, mi è cresciuta dentro, quanta gratitudine!
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Fiammetta Lucattini
- 25/05/2016 11:17:00
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Assai interessante lexcursus, notevole la conclusione, purtroppo schiacciata sotto il segno di Marte. Ciao!
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Roberto Maggiani
- 24/05/2016 20:17:00
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Grazie ai quattro Amici commentatori, quanto dite mi ha toccato e indotto a riflessione, grazie. Un abbraccio.
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Loredana Savelli
- 24/05/2016 16:15:00
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Che bella poesia, piena di scarti sonori e di contenuto, piena di linguaggi diversi che tutti contribuiscono allarchetipo del cielo. Anche una nuova ricerca formale, mi sembra.
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Jacob l.
- 24/05/2016 13:42:00
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Dio, gli dei, i santi e gli angeli si pongono come un campo vettoriale continuo... E unidea che mi è venuta leggendo...
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Laura Turra
- 24/05/2016 06:26:00
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Un bel testo. La chiusa, però, è bellissima. Mi scuserà lautore se ne do uninterpretazione mia. Scrive: <<che cosa vede il cielo quando ricopre e nasconde l’infinito che tormenta il cuore?>> Il cuore ha la portata dellinfinito, per esso è fatto, è a quellaltezza lì. Direbbe SantAgostino: <<Ci hai fatti per Te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te>> Auguro questa inquietudine, questo <<tormento>> a me in primis e a tutti, perché è in questa tensione, in questa ricerca, che luomo è veramente uomo. Grazie Roberto!
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Lig E. Norant
- 24/05/2016 05:55:00
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Interessante la conferma poetica della lingua, la giocosità del poeta con le parole, ché la poesia non è solo contenuto né soltanto forma codificata, ma è ancora arte ludica del "bambino" che abita lanima di un poeta; ciò che invece irrompe nel finale, è la visione interpretativa dellautore, il suo portato di giudizio o pregiudizio, la struttura di pensiero referente con cui interpreta sé, laltro da sé ed il reale attorno a sé; perciò può scrivere di un cielo solo fisico, mentre quando tocca quello metafisico, imputa a questultimo la colpa di molta sofferenza umana,inflitta proprio da coloro che, credenti in un Oltre e suoi derivati, ne attuerebbero così i dettami; dimenticando "gravemente" di dire, in unoperazione culturale discutibile, che altrettanto se non di più, si potrebbe dire della scienza, considerando a quali azioni disumane o al limite del disumano si sono spinti gli scienziati (tutti? Senzaltro no! Come accade nelle religioni e tra i loro seguaci).
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