Loredana Savelli
- 15/02/2011 19:09:00
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La mia reazione di fronte al testo (almeno gli estratti che ho letto, in particolare lultimo) è di grande imbarazzo: imbarazzo di credente, di cittadina, di italiana, di donna, di mamma ecc. Ho delle convinzioni personali e "naturali" che certamente vanno in direzione dellintegrazione di ogni persona, cosa che ritengo genuinamente cristiana ma prima di tutto profondamente umana e civile. Per rispondere alle domande, che evidentemente lautore rivolge a ciascuno di noi, dovrei conoscere molto profondamente i testi cui si fa riferimento (il Levitico) e lintepretazione che di esso fanno i biblisti e come tale interpretazione viene percepita dagli incolti. Il problema cè, ed è la sofferenza di molti che si sentono discriminati, è sotto i nostri occhi lottusità di chi cavalca qualsiasi mezzo pur di etichettare le persone, offendendone lintegrità, coltivando pregiudizi, e si arrocca sulla difesa di una presunta normalità. Mi piacerebbe che chi parla da un pulpito, qualunque esso sia, lo faccia con lumiltà di chi (gli ascoltatori) si interroga sul mistero della vita e dellamore e nella maggior parte dei casi non sa darsi risposte certe e definitive...
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