Rosanna Pasculli
- 30/01/2017 18:14:00
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Leonora, questi versi sono il frutto di una grande prova di coraggio … ci vuole fin troppa forza per abbattere un pilastro di sogni, ma anche una semplice parola, detta in un certo modo, può avere l’energia necessaria per farlo.
Tutto è costruito su un dissidio interiore, di mente e cuore: una lotta che diviene anche scontro di parole, ostentando, a tratti, una durezza più marcata nelle espressioni.
Forse sono posseduta da uno spirito antico!… colpa dei miei studi, delle mie letture… l’amore per l’Ottocento è così radicato in me? È del tutto inconscio, allora! È solo il mio modo di scrivere, non lo cerco, le parole vengono a cercare me.
È la prima volta che apro le porte dei miei pensieri ad un pubblico così vasto e ricco di talentuosi scrittori. Mi spaventa un po’ tutto questo, ma il confronto mi aiuterà a comprendere quel che riesco a trasmettere, i miei limiti, i pregi, se ce ne sono!
A presto!
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Leonora Lusin
- 30/01/2017 13:38:00
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Cara Rosanna visto che sono stata benaccetta cerco di essere più precisa: nella prima strofa ci sono espressioni che inabisserebbero qualsiasi partitura musicale: pragmatico abito del vero pretenziosa illusione. la metafora del mietitore è di sapore ottocentesco per quanto in questo caso appropriata, ma quanta forza ci vuole per falciare un pilastro? per quanto di sogni...?
II strofa di facili naufragi e dure risalite,di conquiste e cedimento, privo ormai della gioia che animava l’autentico fermento. Qui addirittura è tutta la strofa ad appartenere ad epoche passate... (quali sono le tue letture?)
IV E V STROFA Buona musicalità ma lingua ammicca ad un fintissimo Pascoli
Domanda: ma scrivi così per divertimento oppure sei lavatar di qualche misconosciuto poeta, primo ottocento forse, che si è impossessato della tua penna? Scusami, se posso sembrare troppo caustica, ma è il mio peccato originale...
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