Arcangelo Galante
- 03/04/2020 10:36:00
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Una lirica dal ritmo tranquillo, che però mantiene la propria melodia triste, rivelandola specialmente nella chiusa. Mette subito in chiaro che la vita non è mai quello che si intende avere col possesso della terra ancor più della ricerca d’un luogo adatto a restarci, giacché, quel cos’è, è qualcosa che ti capita addosso e ti costringe a reagire. Prende l’uomo, conducendolo a risultati diversi, magari trascinandolo oltre la partenza dal posto natio, con mosse inaspettate, come un qualcosa gettato lontano che si fa rincorrere, per essere seguito e quindi afferrato. E quel cos’è, scritto dal poeta, forse, lo si comprende dopo che lhai vissuto, dopo che esso ti ha insegnato a godere delle cose buone e a curarti le ferite quotidiane. Ma non tutti hanno tale privilegio d’imparare, poiché, talvolta, la nera signora s’appresta nelle vicinanze, per non permettere, a quell’individuo che si è scelto, di giungere alla meta. Un’opera davvero assai meditativa!
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