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Commenti al testo di Amina Narimi
Lucida e stordita

Sei nella sezione Commenti
 

 Fausto Torre - 31/08/2017 13:17:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Narimi e Lig E. Norant, ci mancherebbe, infatti io dico sempre che uno le cose deve lasciarle sedimentare e dopo lungo tempo semmai operare cambiamenti (sempre che essi avvengano durante la riflessione!). Poi l’opera di revisione è appannaggio dei grandi, vedi Thomas Eliot e Ezra Pound ne La terra desolata. E certamente niente a che fare con una mezza cartuccia come me ;-)
Buona giornata

 Lig E. Norant - 31/08/2017 12:33:00 [ leggi altri commenti di Lig E. Norant » ]

Chiedendo scusa alla Narimi e a Fausto per la mia intromissione...

Condivido il giudizio ed il suggerimnmento di Fausto, critico puntuale e stimato, ancorché non amo applicarlo a quei testi di autori (ma direi a nessun autore), tra cui eccellente la Narimi, che hanno più volte mostrato talento e vocazione alla Poesia. Questo non perché non vi siamo possibili perfezionamenti, sempre possibili, ma perché nell’imperfezione spesso si nascondono o tesori ovvero la possibilità del lettore di esperire la ricerca che, come un cercatore d’oro, lo conduce ad estrarre dall’intero le “proprie pietre” migliori”. Poiché di fronte alla poesia autentica, al talento e alla vocazione (Fausto ha scritto – più o meno – la poesia o c’è o non c’è), che sia la scrittura poetica “naturale” del Gamberino o del Ribani, che sia quella più raffinata di un Morana o della regia magica di un Giordano oppure ancora della metafisica della Narimi,” ma tanti nomi ancora si potrebbero fare, salvo eccezioni, mai vorrei “riscrivere” una poesia se non forse nell’intimo di una lettura silenziosa.

 Fausto Torre - 30/08/2017 21:00:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

sì, avevo notato la separazione anche grafica delle strofe, ma io credo che la prima strofe sia una poesia compiuta e perfetta, tanto da oscurare tutto il resto rendendolo quasi didascalico. Quella strofe è di quelle composizioni che hanno in sé tale carattere e timbro da non ammettere contorni. Capisco il tuo bisogno di approfondire, di declinare, ma qui offuschi la luce emanata, la dissipi (ai miei occhi, ovviamente!). Come un improvviso imprigionato in una sonata che ne mortifica la immediatezza, la capacità di colpire e terminare nella forza del silenzio.

 Amina Narimi - 30/08/2017 18:14:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

mi fai felice caro Fausto, tanto..
io avevo già separato, per quanto non divise, queste parti, tra rimane e ricordo..non so se ho capito bene

 Fausto Torre - 30/08/2017 17:37:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

qui hai uno splendore sommerso tra il primo verso e la seconda strofe a destra.
Io lascerei che quella prima tra rimane e ricordo vivesse di vita e luce proprie: è una freccia e non dovrebbe essere spuntata.