Alberto Becca
- 17/11/2017 18:07:00
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In questa lirica le parole diventano come icberg: sotto una apparenza scarna si nascondono montagne (di significati, di vissuti, di speranze, di illusioni, di tribolazioni); è una odissea della parola che da insieme "indistinto" di lettere via via diviene significato, suono, pensiero, modo e via di comunicazione; le parole (come i cactus) possono pungere ed apparire insignificanti, ma non è cosi: bisogna ascoltarle con pazienza, assaporarle, elaborarle, cercare di capirle (in definitiva anche le parole vanno sempre vissute, vanno rispettate e considerate
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Franca Alaimo
- 16/11/2017 23:36:00
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sicuramente è lamore per la parola che anima questo inconsueto testo, che trasforma in versi quella scienza delle radici delle parole e del loro divenire nel tempo che è la glottologia. Ma è anche un modo di tornare allorigine prima, alla sorgente, una sorta di nostalgia edenica.
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