Quattrostraccisullapelle
- 25/02/2018 20:43:00
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Ogni tanto mi tocca rischiare di rimetterci la pelle, vorrà dire che rimarranno di me, a ricordo dei posteri, soltanto i quattrostracci. Iniziamo. Lorecchio è lorgano delludito, udire è il verbo dell obbedienza, qui si tratta dellobbedienza alla vita - scendere nel ventre di ogni padre, con la vita nascente sul capezzolo, vita che sopraggiunge dopo il sonno-sogno (il ventre di ogni paternità). Stupendo poi il seguito, evento concatenato al precedente: dal sogno passo la verso non formato, che darà movimento alla mano, fino alla sensualità della scrittura (Maraini), fino a raccontare le proprie visioni rapite ai sogni (lo specchio). Si raggiunge allora unestasi di conoscenza, "spudorata" nel raccontarsi, ma per la certezza di aver conosciuto con le fibre più intime di se stessi lamore: "Mi sono amata tanto, per amare" (lascolto di sé, che diventa ascolto delle parole - il sale del seme fecondo del linguaggio, dei segni -, facendosi corpo cavo per accogliere ogni elemento-simbolo del sogno, però anche lasciarsi, in senso poetico, riverginizzare dal dolore, fonte che affina e raffina ludito, apre gli orecchi ai suoni "nascosti", le labbra alle parole indicibili. Fino ad arrivare a quellesplosione di luce cdi cui ci parla in modo sublime la chiusa; ma la risata liberatoria ci dice di una postfazione: la poeta è diventata intera cavità, tronco dalbero spoglio, nudità dinverno, radice nei sotterranei del cuore umano, perché alla fine potesse donare al mondo un bimbo (il ritorno dellangelo dellinnocenza) bello come il biancobaleno e la crudezza è diventata soffice cotone.
Stremato( e mi scuso del delirio di parole).
SempreMiaInbsuperabilePoetessa
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