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Commenti al testo di Antonio Terracciano
Il sonetto incarcerato

Sei nella sezione Commenti
 

 Stefano Verrengia - 18/03/2019 12:29:00 [ leggi altri commenti di Stefano Verrengia » ]

Perdonami l’errore sintattico nell’inizio del commento, ho scritto di fretta.

 Stefano Verrengia - 18/03/2019 12:25:00 [ leggi altri commenti di Stefano Verrengia » ]

Sonetto ineccepibile. Nonostante ciò, sarà che io son fatto male, ma i sonetti di Petrarca li butterei tutti giù nel cesso e tirerei lo sciacquone. Ripeto, mia personale opinione e mio gusto. Se dovessi scegliere chi buttare da un precipizio fra Majakovskij e Petrarca, tirerei un calcio a Petrarca senza dubitare un secondo e senza neanche conoscere il russo: mi bastano le traduzioni. Ciao Antonio.

 Ferdinando Battaglia - 13/03/2019 18:16:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Gent.le Antonio, la tua cultura ed il tuo "mestiere" (arte pedagogica) di professore di francese, m’inducono rispetto e ancora di più reverenza vista anche la mia ignoranza strutturale, tuttavia ardisco disquisire per amor di confronto dialogico, sperando non per quello di mera polemica, e allora qui scrivo: mai fu re e mai lo sarà, non perché sia di per sé nella forma più difficile di altre, il riferimento ad Ungaretti credo sia inopportuno e fuorviante: l’efficacia del suo dire non poteva venire eguagliata da forme che avessero avuto quella sovrabbondanza di suono, che male avrebbe espresso la tragicità d’una trincea, ad esempio, epperò perché la poesia, come l’anima, trascende il corpo ovvero oltrepassa la forma, si offre (anche) come lingua simbolica per un’esperienza d’Altrove; ed per questo, cioè per questa funzione "medianica", che possiamo dire di un sonetto, come di una modernità: questa è (regale) poesia. Concludo: alcuni componimenti enigmistici, hanno la percezione poetica do metri e rime, eppure non gli riconosciamo quello statuto poetico che invece volentieri crediamo di ritrovare nei versi dei poeti, riconosciuti tali, anche di quelli non " armati" di sonetto; infine, già altre volte lo abbiamo detto: poesia non è solo forma ma anche contenuto ovvero, ciberneticamente, ciò che "altro" emerge dall’incontro dei due.

Un saluto

P.S. Versione da bus: potrebbero esserci errori d’ignoranza, grammaticali, concettuali, terminologici; me ne scuso.

 Antonio Terracciano - 13/03/2019 17:30:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Ringrazio, per i loro apprezzamenti, Lorenzo e Giulia, alla quale rispondo sinteticamente: "Forse è stato incarcerato dalla (inevitabile) modernità" . A Ferdinando preciso che il sonetto non è affatto il re della poesia (attuale; come potrebbe esercitare il suo potere se è imprigionato? ) , ma che lo è stato nel passato, quando ci fu copiato dai Francesi, dagli Inglesi, dagli Spagnoli... A scuola anch’io preferivo studiare le più comode poesie del Novecento (magari quelle brevissime di Ungaretti... ) , ma chi di noi non aveva avvertito il fascino, sia pure arcano e non tanto comprensibile a quell’età, dei sonetti studiati, anche se di malavoglia, precedentemente? Chi non s’accorgeva della regalità, quasi della divinità oserei dire, di "Tanto gentile e tanto onesta pare" , di "Guido, i’ vorrei che e Lapo ed io" , o di "Erano i capei d’oro a l’aura sparsi" ?

 Giulia Bellucci - 13/03/2019 11:27:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Concordo con Ferdinando e poi ti chiedo: ma chi l’avrà mai incarcerato questo sonetto? Tra l’altro di bei sonetti ne leggiamo ancora, soprattutto grazie a te!
Saluti.

 Ferdinando Battaglia - 12/03/2019 20:51:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Gentile Antonio, il sonetto non è il re della Poesia, ma solo un suo suddito, per cui credo nulla c’entrino liti familiari o invidia fraterna…

Un saluto

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