Antonio Terracciano
- 31/03/2019 20:37:00
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Ringrazio molto le due gentilissime commentatrici per il loro intervento. Volevo sottolineare, nel mio lavoro, che gli stili artistici spesso cambiano nel corso della vita (in un senso o nellaltro: si pensi anche ai pittori, ai musicisti... ) , perché noi stessi cambiamo, in qualche modo. (Se talvolta ho dato limpressione di sostenere che le forme classiche sono superiori a quelle moderne, ciò è successo non perché lo pensi davvero, ma per ripicca verso chi, chiaramente, ha più volte evidenziato di pensare il contrario... ) Nel caso (alquanto improbabile, lo so! ) che qualche lettrice o lettore voglia più o meno sapere come scrivevo da giovane, posso riportare una delle sette poesie che, nei primissimi anni Settanta (avevo ventanni) , furono pubblicate gratuitamente dalla rivista poetica romana "Poesia Verde" , curata dallallora abbastanza noto e influente poeta Pietro Cimatti (curava la "posta del cuore" sul vendutissimo settimanale "Sorrisi e Canzoni TV " con lo pseudonimo di "Sigismondo" , e cercava giovani aspiranti poeti da valorizzare) . Sono le uniche sette poesie su carta stampata che posso vantare... Delle sette, però, ritengo forse ancora proponibile soltanto "Come dincanto" , che infatti ripubblicai qualche anno fa, con un certo successo, in un altro sito letterario. Eccola (vi autorizzo senzaltro a giudicarla male) :
E il tuo sorriso comparirà come dincanto tra una suonata di jazz fra i grattacieli improvviso sopra manieri solitari di campagne perdute. Il tuo sguardo lavvertirò negli occhi magici di centrali nucleari pericolose in vallate non più così tanto lontane dal mondo.
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Franca Colozzo
- 31/03/2019 19:38:00
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Antonio, fai bene a continuare così, nessuno potrà mai affermare il contrario. I tuoi sonetti, al pari di quelli di Tosco (che si cimenta anche in rima libera a volte), sono armoniosi. Ognuno ha il suo stile e non ti devi rammaricare affatto se ti escono così di getto. Diverso è sostenere che altre forme poetiche non siano altrettanto valide o espressive di un proprio mondo interiore. Credo che invalga labitudine a scrivere in un certo modo e che sia difficile imporsi di uscire dagli schemi soliti cui si è conformata la nostra mente.
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