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Commenti al testo di Angelo Naclerio
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Sei nella sezione Commenti
 

 Angelo Naclerio - 18/07/2023 23:27:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

Grazie a tutti per esservi soffermati su questi versi con pensieri personali che tutti mi fanno riflettere.
Aggiungo per Salvatore che molto mi piace l’accostamento alla canzone di De Andrè con conseguente richiamo alla " Antologia di Spoon River", a cui lui si ispirò nel costruire un bellissimo album, e che, amandola, a modo mio riprendo laddove, come in questo caso, nella mia poesia faccio parlare il/i protagonisti, reali di fatti realmente (purtroppo) accaduti.
PS tentazione troppo forte, vi propongo sempre dall’album di Fabrizio De Andrè quest’altra, che qualcuno dice parli anche di poeti:
Il Matto
Tu prova ad avere un mondo nel cuore
E non riesci ad esprimerlo con le parole
E la luce del giorno si divide la piazza
Tra un villaggio che ride e te, lo scemo che passa
E neppure la notte ti lascia da solo
Gli altri sognan sé stessi e tu sogni di loro
E se anche tu andresti a cercare
Le parole sicure per farti ascoltare
Per stupire mezz’ora basta un libro di storia
Io cercai di imparare la Treccani a memoria
E dopo maiale, Majakovskij, malfatto
Continuarono gli altri fino a leggermi matto
E senza sapere a chi dovessi la vita
In un manicomio io l’ho restituita
Qui, sulla collina, dormo malvolentieri
Eppure c’è luce, ormai, nei miei pensieri
Qui nella penombra ora invento parole
Ma rimpiango una luce, la luce del sole
Le mie ossa regalano ancora alla vita
Le regalano ancora erba fiorita
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
Di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina
Di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"Una morte pietosa lo strappò alla pazzia"

 Salvatore Pizzo - 18/07/2023 02:20:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Leggendoti, mi hai fatto venire in mente un brano di De André: "Un giudice".
Tanto mi hanno colpito i tuoi versi che vorrei riproportelo

Un giudice
Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura
Ve lo rivelan gli occhi e le battute della gente
O la curiosità di una ragazza irriverente
Che li avvicina solo per un suo dubbio impertinente
Vuole scoprir se è vero quanto si dice intorno ai nani
Che siano I più forniti della virtù meno apparente
Fra tutte le virtù la più indecente
Passano gli anni I mesi, e se li conti anche I minuti
È triste trovarsi adulti senza essere cresciuti
La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo
Fino a dire che un nano è una carogna di sicuro
Perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo
Fu nelle notti insonni vegliate al lume del rancore
Che preparai gli esami, diventai procuratore
Per imboccare la strada che dalle panche di una cattedrale
Porta alla sacrestia quindi alla cattedra di un tribunale
Giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male
E allora la mia statura non dispensò più buonumore
A chi alla sbarra in piedi mi diceva "Vostro Onore"
E di affidarli al boia fu un piacere del tutto mio
Prima di genuflettermi nell’ora dell’addio
Non conoscendo affatto la statura di Dio.

Belli i tuoi versi:scorrono e avvolgono, introducendo in un mondo ove la statura non è certo pari alla coscienza.
Ciao e grazie.

 Vincenzo Corsaro - 10/07/2023 14:29:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Il potere logora, o logora chi non ce l’ha? Penso a Platone, che lo ha detto solo qualche millennio fa, e Giulio Andreotti, che solo dopo qualche millennio si è permesso di invertire il senso dell’accezione.
Quindi il potere logora, o logora chi non ce l’ha? Probabilmente logora sia chi lo subisce, che chi lo impone. Probabilmente il potere logora. Il problema, è che sempre più, nella nostra contemporaneità, per non farci “sfiorare” da quel potere che logora rischiamo di darlo in pasto a chi non ne sente il peso.
Descritto anche dalla Fallaci con la sua indomita ruvidezza: «Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza. L’intelligenza, perbacco se ne aveva. Al punto di potersi permettere il lusso di non esibirla».
Ciao Angelo :)

 Annalisa Scialpi - 10/07/2023 13:22:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]




Questa poesia accentua la dicotomia: dire/fare.

Penso che chi faccia veramente il bene non abbia bisogno

di araldi, nè di candidature alla santità.

Chi fa il bene tiene il segreto nel suo cuore.

Il resto è politica.

Un poetico abbraccio carissimo e grazie...

 Lilith50 - 10/07/2023 06:44:00 [ leggi altri commenti di Lilith50 » ]

Davvero notevole! Mi ha fatto pensare a tante cose tuttavia credo che il cuore e la mente non siano estranei a certi accadimenti.
“fine coscienza
sopra le vostre vite
mi conduce alto” ma la fine della coscienza non vuol dire che la consapevolezza viene meno. Accogliamo ma non partecipiamo perché siamo svincolati dalle emozioni quando siamo dall’altra parte. Sono convinta di questo!