leopoldo attolico
- 30/06/2011 15:57:00
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Se fosse un autore contemporaneo sarebbe subito tacciato di buonismo qualunquista/utopico fuori dalla realtà . E contro questo cinismo , o squallida vulgata , che "dobbiamo" operare , perché non si perdano di vista - mai - l"umano" e le sue istanze .
Un plauso alla Redazione - leopoldo
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Franca Alaimo
- 20/06/2011 09:35:00
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Una poesia fluida, musicalissima ( qualità, comè ovvio, più apprezzabile nella lingua originale) che nasce da uno sguardo totale sulla propria vita e sul mestiere di poeta, il quale si accorge che proprio negli eventi minimi si annida il senso più profondo. Perciò Jules Supervielle li canta con così tenero e coinvolgente struggimento. E, dunque, il vero soggetto della poesia è il tempo che passa e che porta via tutte le cose, quelle cose che chiedono di essere fermate nei versi, prima che anche la memoria muoia con il corpo.
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Loredana Savelli
- 20/06/2011 08:19:00
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"E avere tutte queste parole Che si muovono nella testa Scegliere le meno belle Per regalare loro un momento di festa, Aver sentito la vita Frettolosa e poco amata E averla imprigionata In questa poesia."
Trovo straordinarie queste parole. Grande solidarietà per le parole "meno belle": anche loro hanno diritto di cittadinanza, contribuiscono a imprigionare la vita in una poesia. Grazie per questa proposta.
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