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Commenti al testo di Amina Narimi
La visione di Amap��la

Sei nella sezione Commenti
 

 Lorenzo Mullon - 15/01/2015 20:31:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

che il fiume non canti in madrelingua
bensì nell’istinto anteriore alla sorgente
così da completare il cielo
nel silenzio di un flusso totale
senza più direzione
ma luce e onde che spingono i fianchi dappertutto
nella conca dell’arcobaleno
scivolando dall’occhio di chi sogna

bellissima!

 Sara Cristofori - 07/01/2015 23:15:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

come sempre incantata seguo le visioni tra sogno realtà e fiaba di questi tuoi versi di grande atmosfera...

 Amina Narimi - 07/01/2015 21:31:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

Ohh Franca, Ferdinando, Franco...treluci
ho conosciuto Amapola, un’orsa, una viaggiatrice per eccellenza, al tempo della guerra in Bosnia mentre mi dirigevo verso Tuzla col Viaggiatore notturno di M. Maggiani , e la Perfetta, le loro ferite , il loro incontro, l’odore di fiele e nocciole, il viaggiatore che le teneva il muso tra le mani come fosse una rondine, come un fratello le cantò quella canzone, Amapola, come fosse una sorella speciale, : Amapola stava trascorrendo il suo primo inverno lontano dalla madre e dalla guerra quando incontrò la perfetta, il suo odore, in mezzo al bosco sanguinante sulle radici di un noce, l’animale odoroso è immobile, il suo spirito sta morendo mentre versa ancora sangue fresco , Amapola arriva fin sopra il viso della donna, bramisce si accoscia stretta e lappa il sangue della Perfetta il viso le mani gli occhi già chiusi infine si accuccia fino alla luce del mattino…poi se ne va..lasciandola viva
Così che certe notti prima di prendere sonno, se sono abbastanza riposata, preparo Amapola a venire in sogno con me, in qualche luogomagiko ..è accaduto poche notti fa di portarla nelle fiabe di Natale, come quella della zampa d’orso di una donna, o, per Capodanno, nella fiaba della donna scheletro…che ho letto nelle Donne che corrono coi lupi di Pinkola Estès Clarissa

scendeva una lacrima dal sogno, una lacrima soltanto, come un fiume, la vedevo, senza distinguere se fosse mia o di Amapola..
come ora…tra claudia e amina, mentre leggiamo le vostre parole, commosse...al suono di quella musica...

 franco - 07/01/2015 17:29:00 [ leggi altri commenti di franco » ]

..quando é consentito, guardando una farfalla, mangiarla.

 Ferdinando Battaglia - 07/01/2015 16:03:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Tremando oso riportare alcuni passaggi, particolarmente significativi della bellezza di cui è pregno questo testo; con tremore e mortificato, timoroso di deturpare un capolavoro d’ispirazione prima ancora che di scrittura; una scrittura incantata, una fiaba che incanta ed innamora, che sfugge al controllo della ragione (eppure sappiamo quanto sia estremamente lucida la scrittura di Amina, pure essendo altrettanto estremamente ispirata):

"e benvenuto tu, nel mio silenzio,
che spingi i fianchi al caldo della casa

nelle costole dell’arca come un chiostro,
tra le arcate dei capezzoli ti ascolto

c’è una conca, una conca della luce,
appena sotto la clausura della lingua,

fino a sorgere la carne, per la carne
sentire il peso quando supera la soglia

una lacrima soltanto di Amapòla
che scivola dall’occhio di chi sogna.."

Succede spesso - o almeno spesso a me accade - che con le poesie di Amina si rimanga senza respiro per la manifestazione della bellezza ma questa volta è diverso, è più intenso questo restare abbagliati: solo "vedo" in un intenso chiarore i tuoi piedi nudi ritornarti bambina, ché solamente così credo si possa entrare lì dove sei entrata e vedere quello che, veduto, ci hai raccontato.

Sempre MiaInsuperabilePoetessa

 Franca Alaimo - 07/01/2015 15:33:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Difficile comprendere questa volta la trama narrativa che sostiene, come sempre, la poesia di Amina, mescolandosi a ricordi, suggestioni, visioni. Qui sono forse le figure delle carte consultate per un oroscopo dell’anno (le quali finiscono con il diventare delle metafore e identificarsi con i personaggi di una leggenda) a dare movimento ai versi, così mobili e colmi d’aria,di lacrime, di luce. E soprattutto a fare del corpo un’insolita arca d’amorosa animalità.
("Amapola" è il titolo di una vecchia canzone che mio padre canticchiava sempre al mattino, davanti lo specchio, quando preparava il sapone da barba in una ciotola, e perciò questo titolo mi ha fatto balzare indietro nel tempo. Bello!)