Gian Piero Stefanoni
- 18/06/2014 12:59:00
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Ho avuto la grazia e la fortuna di conoscere e avere poi la prossimità della cara Edith e posso, desidero, testimoniare tutta la forza e l’amore di una donna che ha in sé la piena sacralità della terra perché lei stessa terra per fertilità e rimestamento da un dolore e da un orrore azzerante. Donna, bambina, non trattenuta entro le strazianti ferite impresse nel corpo e nello spirito, non piegata al male ma testimone- pure nella devastazione volta per volta del ricordo- del male stesso nella contrapposizione di una parola aperta, ad occhi aperti e vigili di e sul mondo; che proprio in questo si sa forte per amore non rimosso ma preservato, lanciato, gridato tra le distese di una storia e di un tempo che non sa e non vuole ascoltare. Il male, ci dice, nasce nel disprezzo e nell’oscurità del celato. Grazie Edith, teneramente innamorata del suo Nelo.
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Franca Alaimo
- 15/06/2014 23:14:00
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Che bella, appassionata recensione, e così dalla parte delle donne che sembra quasi impossibile sia stata firmata da un uomo. Perché gli uomini continuano a "distruggere" le donne che hanno il coraggio di prendere le loro decisioni, sottraendosi al giogo del maschilismo ancora imperante. Quella storiella della mela la racconti bene: Eva ha con sè la sapienza e vuole donarla, ma lui la tradisce e, tradendo lei, tradisce la gioia, l’incanto, il desiderio di totalità e libertà. Benedetta, allora, la protagonista di questo bel romanzo che dice no, che fa altrimenti, che salva la vita. Il mondo guidato dagli uomini è stato spesso della morte, per la morte. Quanto alle altre osservazioni sullo stato odierno dell’invisibile schiavitù ( dico invisibile perché comunque ci vantiamo ancora di abitare in uno stato democratico e pochi si accorgono del piano di sterminio voluto a tavolino- ah tutte le Banche, templi del vitello d’oro!)le condivido in pieno. Viviamo per essere felici: ce lo dimentichiamo, ci sembra normale lottare per la sopravvivenza, mortificando necessità, desideri, libertà d’azione, sogni. Io ho sempre lottato come la protagonista per quella stella che appartiene non solo agli Ebrei ma a tutti, poiché siamo Umanità, UNA SOLA.
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