Franca Alaimo
- 16/06/2010 23:01:00
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La cosa più triste è proprio questa: che in un ospedale sparisce la tua identità, il tuo stato civile, la tua personalità: sei un numero, quasi un oggetto e per lo più antipatico perché i tuoi diritti si reggono sui doveri degli altri. Per fortuna non tutti quelli che lavorano in ospedale sono così. Il rimedio sarebbe quello di pretendere da tutto il personale un certo livello culturale, una preparazione professionale più ampia, una più dura selezione. E però cè pure da dire che, per mancanza di operatori, molti sonomassacrati da turni terrificanti. Che il governo investi più danaro nelle strutture sanitarie e in modo equo e sia garantita una più attenta sorveglianza sulla gestione del denaro ( spesso alcuni macchinari vengono acquistati e mai adoperati, oppure si rompono e non vengono più aggiustati )e sulla disciplina generale della struttura sanitaria. Un inferno, specia al sud, la terra dei più poveri, fatta eccezione per poche strutture.
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giuliano
- 14/06/2010 11:04:00
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Maria non te la prendere perchè coi soldi tolti alla sanità abbiamo costruito dei bellissimi padiglioni alla Maddalena per NON fare il g8, abbiamo speso 10.000 euro solo per i posacenere da mettere in luoghi dove è vietato fumare. Così quando ti riprendi dalle file al CUP puoi seguire la Vuitton Cup di vela, solo per pochi miliardari ma pagati coi soldi di noi "poracci"
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Lorena Turri
- 13/06/2010 16:17:00
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Mia nonna doveva aver frequentato la stessa scuola dell "attempato gentleman", perchè ogni volta che qualcuno le diceva "Salute!" dopo un suo starnuto, rispondeva, soffiandosi il naso: "Che se ne va!".
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