Franca Colozzo
- 04/05/2022 01:06:00
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Cara Giulia, rileggendo il tuo commento ora alla luce della sofferenza a noi ora così vicina, mi viene un tuffo al cuore. Come sembra lontano adesso il 2010 con il suo carico di dolore e come invece appare più gravoso il fardello degli stessi afgani! Stiamo assistendo ad un calvario senza fine dopo la pandemia e sull’orlo di una guerra mondiale nel cuore della nostra Europa. Usciremo da questo tunnel? Si salverà la costruzione europea, così faticosamente messa in piedi dai padri fondatori nel carcere della piccola isola di Ventotene (arcipelago Pontino)? Ebbene, speriamo che l’incubo che si avvita attorno a noi sia solo passeggero, mentre quello afgano si perpetua in una spirale senza fine.
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Arcangelo Galante
- 26/11/2017 10:30:00
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Un testo toccante, che serve a ricordare l’infamia di tutte le guerre e le scelleratezze dell’uomo. Chissà per quanto altro tempo ancora dovremo ricordare l’inutilità di coloro che, per scopi economici e per giochi di potere, non si fanno scrupoli nel decidere già in partenza l’infelice destino di tantissimi bambini e adulti. Tutte le guerre, che ancora oggi non hanno senso di esistere, sono la vergogna e l’esempio della follia dei potenti. La storia lo insegna e nessuno sembra avere imparato dalle innumerevoli tragedie mondiali, accadute nel passato. Chi ha un cuore sensibile, soffre, quotidianamente, nel sentire di persone cadute, in battaglie innescate da futili ideali che non conducono a nulla, giacché il vero ideale è il rispetto dell’altrui vita. Aggiungo, inoltre, che trovo molti spunti di riflessione, in una poesia che scorre, senza inutili fronzoli. La crudezza e l’assurdità delle guerre, finiscono sempre per livellare, con la morte, la lotta per l’esistenza, e non è tutto. Nella pubblicazione, si potrebbero persino intuire due cattive abitudini umane, esacerbate dalla vita comunitaria: quella di coloro che trovano gusto nello scatenarla e quella opposta, nel subire gli irreparabili danni e conseguenze, di essa. Pertanto, a nulla di buono conducono tali battaglie, dettate dalla bramosia di potere e, ancor di più, dal semplice sfizio di tentare ogni prevaricazione sull’uomo. Emblematica resta la chiusa dell’opera, ove forse, potrebbero apparire troppo ovvie le considerazioni scritte, ma assai utili nel leggerle e da ricordare. Contenuto su di una realtà atroce, altamente condiviso ed apprezzato. Sinceri complimenti, Valeria, per la meritata vittoria. Cordialmente, saluto.
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