Giulia Bellucci
- 15/11/2017 11:48:00
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Mi sembrava di aver già ringraziato sia Salvatore che Leonora, ma, non so come, il mio commento si è perso nell’etere del web (sicuramente ho commesso io qualche errore). Aggiungo ora i ringraziamenti a te Klara, anima sensibile. È vero torna il termine percepire. Questo testo è nato in conseguenza di un testo qui pubblicato che entrambe abbiamo commentato più volte. Da quel testo e da quei commenti mi si è accesa ancora una lampadina: nessuno di noi percepisce il dolore altrui e non ci rendiamo conto di quanto siamo stati fortunati quando la nostra anima è caduta dove è caduta piuttosto che in Africa o in altre situazioni tragiche. Le guerre non sono finite e non finiranno mai, i problemi e il dolore ci saranno sempre. Però pensiamo (ed è opinione dilagante) di dover difendere le nostre mura sprangandone le porte, di dover difendere ciò che abbiamo, ad ogni costo. Però è solo un caso che noi siamo stati calati in una realtà più felice. Poi l’altra sera visto in tv il portiere della nazionale italiana piangere davanti a tutti per un ideale come la qualificazione a un mondiale ( sacrosanto diritto, per carità). E lì le lacrime erano vere e si riuscivano a percepire tali. Perché allora non riusciamo a percepire il dolore di chi vive quotidianamente in situazioni davvero davvero infelici?
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Klara Rubino
- 15/11/2017 09:53:00
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Una poesia scritta con scorrevolezza e cura proprio al fine di esaltarne il contenuto. Trovo il tuo intento molto lucido, degno di approfondimento personale, intimo e silenzioso. Ritorna il termine "percezione", ufficialmente l’elaborazione mentale di un dato sensoriale; bene se la mente/ coscienza è inquinata, opaca, sporca anche le percezioni saranno danneggiate, non valide, fasulle e viceversa: se ci si barrica/ chiude/ rinchiude nel proprio artificiale mondo le grida, le lacrime, il dolore, la morte di un altro qualsiasi "tu" non arriverà alla nostra mente/ coscienza. Apriamo la porta o almeno la finestra! Troveremo la realtà pronta ad essere percepita, come avviene con l’aria ed il nostro respiro: sarà un prendere per dare un ricevere per donare.
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