Andrea Piccinelli
- 09/09/2011 16:10:00
[ leggi altri commenti di Andrea Piccinelli » ]
Il tema annoso del rapporto tra contenuto e forma, ovvero il concretarsi del pensiero nei versi. Il fascino della poesia (in senso lato) consiste proprio nella sua imponderabilità ontologica. Per questo mi unisco alle esortazioni di Domenico e Franca. Sull’argomento, lascio qui una quartina scritta alcuni anni fa: è il mio modesto contributo alla discussione.
Ho occhi per sentire il pensiero che impregna le forme – e scruto (gesto azzardato verso nuovi destini) la coscienza nascosta tra ibridi intrighi.
|
Loredana Savelli
- 09/09/2011 13:05:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Intanto grazie a tutti, cari amici, che mi seguite con una generosità che supera i miei meriti.
Sì, anche io rifletto (dopo aver scritto!) su quello che ho scritto, è diventato strada facendo un "metodo". In questo caso mi sono data la seguente spiegazione: i pensieri sono la nostra parte razionale, talvolta risultano ingombranti perché impegnano forzosamente la nostra volontà. Invece le idee (e con questo intendo l’intuizione e tout-court la poesia) a volte sfuggono a questo controllo (di esse certamente sfugge l’impulso iniziale, il desiderio creativo), risultano essere la parte impresentabile (perciò "brutta") del pensiero. Possono essere lo scampolo di una stoffa (e addirittura di una stoffa scadente), la parte esteticamente meno interessante rispetto al tuffo (la rincorsa) e infine possono coincidere con quell’attimo di abbandono (la parola finalmente) quando infine si è deciso di allentare la tensione dovuta allo "sforzo" di pensare. Un caro saluto, è un piacere dialogare con voi, dà la stessa soddisfazione che scrivere una bella poesia! Ciao
|