Ferdinando Battaglia
- 24/03/2021 17:36:00
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Anche se ancora non del tutto pronto ad un commento che sia degno dell’evento e, ancora di più, del libro, che ho avuto la fortuna di leggere e acquistare, non a caso sottolineo il secondo verbo, in fine si capirà perché, è già da circa un mese che sento in me l’urgenza di restituire a Leonardo e non solo a lui, in fine si capirà perché, le risonanze di un lettore e ora qui su questo video. La scrittura di Leo è sempre attenta alla parola, nel suo costruire un discorso narrativo che traluca in filigrana la trama discorrente della visione teorico-filosofica dell’Autore, ma sempre trafigurandosi narrativamente, affidando al verbo il distillato della relazione dell’io-scrittore con il mondo. Oltre a questo sostianzale substrato concettuale e riflessivo, evidentemente emerge la tela narrativa, sulla quale appare netta la sapiente capacità dell’arte letteraria del Bonetti, che in fondo rimane il primo approdo e il primo strato di ogni esperienza di lettura di un’opera che non sia saggio o informazione, ma appunto invenzione letteraria. Certo non vanto la presunzione di un esercizio di critica letteraria, troppo incolto per azzardare un’avventura clandestina, né pretendo che il mio apprezzamento sia universale ovvero che non vi siano punti di scrittura più solidi e altri più fragili nell’economia interna alla costruzione del testo. Così come nella presentazione non tutto mi ha trovato allineato, non perché la ragione sia da una sola parte, ma proprio perché se parliamo di arte non parliamo di scienza, perciò tutti i punti di vista possono trovare una loro argomentata legittimità. Infine, arriviamo a quell’infine, dopo aver presentato l’elogio a Leonardo per questa sua ultima e bella fatica, vorrei ringraziare e complimentarmi coi neo editori Maggiani-Brenna: il loro coraggio, il loro andare controcorrente, non solo diventano impegno civile, che sia anche culturale è lapalissiano, e profezia, segno e seme di speranza per il rinnovamento sociale nel pieno di una crisi antropologica ovvero memorie vitale di un umanesimo significativo, ma anche spinta ad aderire, secondo ciascuno le proprie possibilità, a questa loro "utopia" sostendone il catalogo con l’acquisto dei titoli di molta in volta proposti. Credo anche un lettore possa così assumere un ruolo attivo per il ritorno di un’ecologia culturale e di presenza, senza disperdersi in quel mare magnum del virtuale, che pure nessuno vuole demonizzare, perché spesso miniera utile e accessile anche a chi altrimenti rimarrebbe digiuno di saperi e cultura.
Scusate la prolissità e gli eventuali errori di scrittura.
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