Ferdinando Battaglia
- 18/01/2024 22:15:00
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La poetessa Fiammetta Lucattini ha, tra i vari suoi pregi, la nettezza del testo, le parole che sceglie per la costruzione dei versi, non solo appartengono al suo personalissimo dizionario, parole-specchio, le direi, ma sono qualitativamente lessenziale di ciò che Ella avverte urgente ed emergente nella sua scrittura. Possiamo quindi affermare anche in questa occasione, in cui offre alla lettura una bella poesia, che la trama del suo disegno verbale è lamore, fondamento della propria esistenza e della propria storia coniugale e famigliare, un amore fondato sullAmore e questo incarnato nella concretezza di storie personali, perciò ancora più luminoso nel suo testimoniarsi destino di corpi, anime e cuori in relazione reciproche. E diciamo incarnato e luminoso proprio, paradossalmente, in virtù di quelle mancanze incipitiali avvertite, segno non di una indifferenza di quiete, ma pathos di desideri possibili irrealizzati, che svelano però la potenza trasfigurante di quel "true love", capace di "abitare", come il Divino Bambino, le umili condizioni di unumile quotidianità, eppure destinata a quella gloria segreta che solo Dio è gli Angeli vedono ovvero che la parola darte può imprimere, se per grazia e talento, nei suoi segni.
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Angelo Naclerio
- 14/01/2024 22:41:00
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Cè una sapienza antichissima ed attualissima in questi versi, uno più vero dellaltro,ciascuno capace di far sentire percepire concretamente ciò che vi vien detto, testimonianza di un amore ricco a partire propio da ciò che non è stato fatto, di un mondo cui non posso che dire: avanti così ancora sempre. Con sincera ammirazione.
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