Roberto Maggiani
- 28/05/2013 19:06:00
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Ho trovato questo film molto positivo. Se da una lato parte e si svolge in un grigiore quotidiano deprimente, dallaltro tale grigiore si spinge in una piccola salita verso la ripresa di unesistenza, quella di Frida, ma anche verso il riappropriarsi della propria capacità di innamorarsi di Anne Rande divorziata in Estonia da un marito ubriacone e arrivata a Parigi come badante della vecchia Frida. Parigi è la bella città della moda e dei croissant, e ovviamente molto di più, ma tanto basta al regista per mostrarla nel suo alone di rarefatta bellezza e capacità curativa. Il film rimette in gioco la persona invecchiata nel corpo ma non nello spirito del suo desiderio di essere amata, ma soprattutto di amare ancora anche un corpo che da giovane lha soddisfatta. Dunque la vecchiaia non è il binario morto dello spirito e neppure quello del corpo, se non lo si vuole. Anne, lestone riceverà da Frida lo scettro di lei ed è facile fare famiglia... famiglia, altro non è che un luogo in cui i ruoli si definiscono o ridefiniscono, e ciò che conta è avere laffetto, un affetto sincero che possa ridare vita, e vitalità, allesistenza delle persone coinvolte ritinteggiandola di colori più vivaci, ma sempre rimanendo nel quotidiano, esattamente come il quotidiano di ciascuno di noi, senza colpi di scena ma con momenti di risollevato buon umore. Grazie Frida, ottima Jeanne Moreau.
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