mariella tafuto
- 20/08/2015 10:48:00
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Molto interessante. Per quel che mi concerne vivo: sento, rifletto, osservo, afferro, lascio, vinco, perdo, attendo,combatto, ozio,mi diverto, mi distraggo, mi concentro, mangio, dormo, soffro, protesto, faccio la pace e la guerra, l’amore e l’odio; e scrivo. E taccio. Non amo che raramente i poeti performanti, gli slam, i reading, ma forse per miei limiti. Preferisco leggere e lasciarmi folgorare, irretire, sedurre, o respingere, dalla parola muta. Lascio il mio silenzio ad altri silenzi, ciò che osservo ad altri sguardi, ciò che sento al sentire altrui. In silenzio costruisco ponti o barriere, in silenzio li distruggo, li scalo, li percorro. E nel silenzio incontro i miei simili e li riconosco, spesso accogliendoli, talvolta rifiutandoli, o chi da me è diverso, e anche in forza di questo mi attrae o mi respinge, mi accoglie o mi rifiuta. Si è poeti soprattutto quando non si posa a fare i poeti, credo. Ed essere poeti a nulla serve, la poesia stessa a nulla serve. Perché non è serva, non ha mercato e non ne fa. Proprio per questo è necessaria.
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enrico dignani
- 12/08/2015 10:00:00
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Ci sono più possibili livelli di approfondimento della verità*; questi sono: Il livello ontico: (scienze formali: matematica, fisica, storiografia). Livello frazionato nella molteplicità degli essenti ognuno dei quali, frazionati in gruppi, diventa scienza. Il livello ontologico: (metafisica occidentale). La metafisica va oltre il semplice livello fisico e ontico, perché vuole rendersi conto del significato di ogni essente in quanto tale. Per cui c’è un’indagine dell’essenza dell’essente. Non si arriva ancora al fondo della ricerca della verità, perché ci si ferma alla supposizione dell’essere, visto come totalità degli essenti.
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