Fausto Torre
- 03/11/2018 19:46:00
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cara Laura, non puoi che toccarmi con questi versi, perché cè quel senso del tempo cui sono particolarmente sensibile. Hai fatto benissimo a mettere ombra muta. A volte ciò che potrebbe sembrare ridondante è invece forza, intensità. Spesso nei tuoi testi trovo un uso consapevole e maturo di figure poetiche per niente scontate. Dovrebbe essere proprio questo a fare la differenza...
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cristina bizzarri
- 01/11/2018 13:09:00
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"Cala il silenzio, sfumano le ore come una specie di lunga sera, lombra muta delle cose sperse in un tempo sospeso. Rimane l’autunno."
Questa seconda parte, davvero bellissima, compie, acquieta e rasserena la prima, in cui la natura sembra avere il potere di far strage di tutto. Ma non è così: questo silenzio della sera è un dio-con-noi, un suo inviato/a in cui sostare, arrendersi, rigenerarsi.
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Gil
- 30/10/2018 17:17:00
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È una poesia potente, entra nellanima e diventa sia grido sia voce di una condizione esistenziale, quindi metafora. Grido, perché, locchio "veggente" del poeta, osserva ciò che accade attorno e fa, degli alberi sconfitti dal vento, il segno di una sconfitta della nostra umanità, la perdita di un umanesimo non più rintracciabile nella violenta rottura di un equilibrio relazionale con la Natura, i versi nascono da eventi inconsueti, nuovi nel contesto in cui vengono registrati con timore e tremore; voce, poiché quel tempo atmosferico col le sue sconvolgenti manifestazioni, una lunga sera che lascia dellautunno limpressione di unimpossibilità di appello, vuole forse ancora dire di quel vago sentimento di tristezza che prende il nostro animo di fronte alla vita quando si piega al vento della nostra finitudine, quando lautunno narra non di sé ma di una primavera che forse non tornerà, di unestate appena trascorsa, che ha "ferito" il cuore con la sua esuberante bellezza, che ha dischiuso orizzonti di novità, eppure ora nel grigio della pioggia immerge nella nostalgia lanima.
Ho balbettato qualcosa, forse andando fuori tema, forse tradendo il testo; nulla però può "toccare" lo splendore, seppure sturggente, di questi versi.
Dev.mo Tuo
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