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Sul paradosso della perdita dinformazione nei buchi neri

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Tra il 1975 e il 1981 Stephen Hawking propose una teoria per cui i buchi neri potevano emettere radiazione (radiazione di Hawking) ed evaporare nel tempo. Egli concluse che le particelle emesse da un buco nero non fornivano alcuna informazione di ciò che poteva esservi precipitato all’interno, implicando che essa si sarebbe completamente perduta dopo la completa evaporazione. Ciò violava il principio di conservazione dell'informazione. Questa ipotesi infastidì molti fisici e in particolare John Preskill il quale nel 1997 scommise con Hawking e Kip Thorne che l'informazione non veniva persa nei buchi neri. Nel 2005 Hawking ammise che qualche informazione poteva sfuggire dal buco nero annunciando anche di aver perso la scommessa del 1997 e così pagò Preskill con l'enciclopedia del baseball scherzando: dalla quale si estrae informazione a volontà! Solo Thorne rimase scettico riguardo alla dimostrazione di Hawking e rifiutò di contribuire alla ricompensa. Bisogna però aspettare il 2015 perché Hawking e altri fornissero una teoria più completa secondo la quale alcune particelle lascerebbero un'impronta olografica (principio olografico) sull'orizzonte degli eventi consentendo all'informazione sulle proprietà degli oggetti inghiottiti dal buco nero, seppur parziale e caotica, di sopravvivere. Il principio olografico è una congettura riguardante la gravità quantistica, proposta da Gerardus 't Hooft e sviluppata da Leonard Susskind, secondo la quale l'intera informazione contenuta in un volume di spazio può essere rappresentata da quantità calcolabili sulla superficie chiusa che include tale volume. Benché qui siamo nel campo della meccanica quantistica e della relatività generale, si può osservare che anche in fisica classica esiste un famoso teorema, il teorema di Gauss, che si studia anche al liceo scientifico, il quale ci permette di determinare cosa ci sia dentro un volume calcolando quantità sulla superficie chiusa che include tale volume. Naturalmente l'entità fisica da calcolare deve generare un campo nello spazio com'è, ad esempio, nel caso di cariche elettriche: calcolando il campo elettrico sulla superficie chiusa che le racchiude possiamo determinare l'entità delle cariche all'interno. Così dicasi anche del campo gravitazionale sia classico che relativistico. Infatti calcolando la gravità sulla superficie si determina la quantità massa+energia contenuta nel volume racchiuso. Non è anche questo un principio olografico? Il teorema di Gauss, insieme ad altri come quello di Pitagora sui triangoli, è uno di quei teoremi che si ritrovano dappertutto anche in contesti lontanissimi da quello in cui erano stati formulati.

 Angelo Ricotta - 20/03/2018 14:01:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

I programmi scolastici arretrati però non sono colpa dei docenti ma vengono imposti dal Ministero competente. Con i docenti io ho sempre avuto degli ottimi rapporti sia in Venezuela che in Italia, dalle elementari alle medie fino alle superiori. Certo c’era chi era più o meno preparato ma tutti, almeno nei miei riguardi, hannno mostrato sempre empatia. Al liceo un anno ebbi come professore di filosofia un frate francescano. All’epoca io ero già orientato verso un deciso ateismo, ciò però non ci impedì di avere un fitto e amichevole dialogo filosofico e religioso. Ci diceva con orgoglio di essersi laureato summa cum laude difendendo (disse proprio così "difendendo"!) la sua tesi in filosofia di fronte ai dottori dell’Università di Salamanca! Questo frate era un logico formidabile. Avevo scritto sul giornalino d’Istituto un articolo sul "paradosso" di Russell sugli insiemi. Egli mi fece notare che facevo confusione fra paradosso e antinomia. Mi spiegò che per paradosso (dal greco pará, contro e dóxa, opinione) si intende ogni affermazione che vada contro il senso comune mentre l’antinomia (dal greco antí, contro e nómos, norma) consiste nel poter dimostrare, nell’ambito di un sistema logico, sia la falsità che la verità di un’affermazione. Quindi il paradosso in definitiva non è dannoso (ad esempio paradossali appaiono i teoremi di Cantor sugli insiemi infiniti, purtuttavia sono veri) mentre l’antinomia viola la coerenza interna di una teoria. Pertanto il "paradosso" di Russell sugli insiemi (detto anche volgarmente del barbiere) è in realtà un’antinomia che ledeva il sistema logico di Frege. Ancora adesso sul web molti fanno confusione tra i due concetti considerandoli, erroneamente, sinonimi. All’università invece non riuscii a stabilire dei rapporti con i professori. A me parve che fossero impegnati solo a farsi le loro carriere. Alla fine del corso di studi cercavo un professore per la tesi. Trovai un argomento di tesi che mi interessava e andai al colloquio con professore che non conoscevo e con il quale non avevo dato alcun esame. Quel professore capì le mie potenzialità, mi diede fiducia e con lui trascorsi i migliori anni della mia attività scientifica. Il professore si chiamava Giorgio Fiocco, allora ordinario di Fisica Terrestre presso l’Università La Sapienza di Roma.

 Franca Colozzo - 19/03/2018 19:40:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Certo che i fisici teorici rappresentano proprio un pilastro insostituibile della fisica! Ad esempio, sono riusciti, attraverso delle ipotesi, ad elaborare formulazioni matematiche a volte assai complesse, come il wormhole di Schwarzschild, mai osservato nella realtà, eppure matematicamente probabile come modello esistente. Il gap culturale tra l’insegnamento della fisica teorizzata in passato e le nuove teorie, non ancora provate sperimentalmente, risulta difficilmente colmabile a causa di un’istruzione arretrata e certo non al passo con i tempi. Credo che per questo molti giovani non amino la fisica e la matematica, spiegate molto male a scuola, forse per incapacità di chiarezza dei docenti stessi.
Il procedimento induttivo, che parte dai risultati sperimentali (introdotto, se non sbaglio, proprio da Galileo) e quello deduttivo, che parte da un teorizzazione a monte di costruzioni matematiche (ad es.Teoria della relatività generale), sono alla base della fisica, ma non sono illustrati in maniera semplice ai ragazzi delle scuole superiori. Te lo dico per mia esperienza diretta, in quanto ho dovuto calarmi nei problemi di fisica e matematica per poter spiegare alle mie figlie gli astrusi esercizi che gli insegnanti delle suddette discipline, anche a volte molto preparati, davano da risolvere per casa, senza le adeguate spiegazioni in classe. Ecco perché sono stata costretta a rivedere tutto quello che avevo studiato ai miei tempi.
Inoltre, l’argomento inerente alla Relatività non l’hanno proprio toccato! Mi riferisco agli anni 2000 e del 2005 (rispettivamente nei licei, estero ed italiano, frequentati, rispettivamente, dalle due mie due figlie). Penso che siano mosche bianche quei licei in cui vengono insegnate la Relatività Generale e quella Speciale di Einstein. Questo lascia intendere come non ci sia proprio la volontà di illustrare ai giovani il mondo in cui viviamo. Ti auguro una buona giornata.

 Angelo Ricotta - 17/03/2018 23:57:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Anche quando frequentavo anch’io il liceo i programmi e i testi di fisica erano molto arretrati rispetto ai tempi. Direi inutilmente arretrati in quanto certi argomenti come la relatività, la quantistica e la cosmologia potevano benissimo essere compresi almeno a livello concettuale. Inoltre si trascurava quasi completamente la fisica per la matematica. Non so come siano adesso i programmi. Vero è anche quello che affermi sul libro fisico. Sarà che uno è stato educato in un’era pre-web, anzi pre-computer, ma anche io trovo il libro fisico più efficace sotto molti aspetti rispetto al testo elettronico. Oltre alle caratteristiche da te citate aggiungerei almeno la facilità di lettura, la possibilità di rigiralo tra le mani in qualsiasi postura e di sfogliarlo rapidamente proprio per la sua tridimensionalità. Tutte caratteristiche che attivano una sinestesia che aiuta a concentrarsi di più e quindi a capire e memorizzarne meglio il contenuto. Per me ancora insuperato. Lo stesso mi accade nello scritto. Scrivo sempre su carta e solo dopo trasporto su file, almeno gli scritti e i calcoli che richiedono più elaborazione, in quanto anche la scrittura manuale attiva la sinestesia. Solo la stesura finale, le correzioni e gli aggiustamenti li eseguo direttamente su file. È in questa fase che emerge uno dei grandi vantaggi del formato elettronico, essendo un altro vantaggio la possibilità di conservare un numero enorme di testi in uno spazio molto piccolo: ad esempio io conservo ben 121687 testi scientifici in una directory di 210 GB in un disco da 1 TB di 3,5 pollici.
Sui fisici teorici. Mi sento di spezzare una lancia in loro favore. Le cose sono diventate molto complicate. Mentre la fisica macroscopica è abbastanza ben compresa (ad eccezione dei sistemi complessi e di quelli caotici) l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande sono ben lungi dall’essere compresi. La quantistica domina nel primo settore e la relatività generale nel secondo ma le due teorie confliggono in diversi aspetti e la sperimentazione è diventata estremamente complessa e quindi costosa se non impossibile. Anzi bisogna togliersi tanto di cappello di fronte a quei fisici teorici che riescono a formulare una teoria che, almeno in linea di principio, non contraddica le leggi già consolidate.

 Franca Colozzo - 17/03/2018 21:32:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Angelo. Grazie per le delucidazioni, ma mi sembra di brancolare in un buio ancor più fitto, pur avendo letto abbastanza sulle varie teorie per mio interesse personale. Nel Liceo Scientifico "E. Fermi" di Gaeta, dove ho concluso i miei studi nell’anno 1969, la teoria di Einstein era lettera morta. Solo per amore della conoscenza, ho comprato diversi libri e li ho letti, non sempre capendoli, ma cercando di stare al passo con le nuove scoperte. Oggi che abbiamo a disposizione l’enciclopedia incommensurabile di internet, non ce ne sappiamo servire adeguatamente. Tutto è toccata e fuga, perché sul web tutto scorre più in fretta e l’occhio poco si ferma sulla parola scritta, facendosi ammaliare da immagini accattivanti. Il libro invece si tocca, si piega ed odora di carta e colla. Comunque, mi è parso di capire dalla tua spiegazione che le intuizioni di Hawking siano ancora in alto mare e che di dati concreti, osservabili sperimentalmente, ce ne siano veramente pochi tra tante ipotesi suggestive partorite dalla mente dei fisici teoretici. Sull’esistenza della quinta interazione, un castello arzigogolato di teorie è stato messo in piedi dalla fantasia dei fisici. Sono però certa che l’universo riserverà ai posteri delle sorprese inimmaginabili! Buona notte e buona domenica.

 Angelo Ricotta - 17/03/2018 21:00:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

@Franca
Guardando in alto io vedo solo il cielo...
Comunque Hawking conosceva le teorie e ipotesi cui tu accenni perché vanno in giro da un bel po’ di tempo (i progressi non sono poi così rapidi). Ad esempio l’osservazione che l’universo è in una fase di espansione accelerata (ma molti fisici non concordano) è del 1998 e le onde gravitazionali, già previste da Einstein, vengono ricercate attivamente fin dagli anni ’50. Onde gravitazionali apprezzabili non provengono da un singolo buco nero ma potrebbero generarsi nella fusione di due buchi neri (così sembrerebbe dagli esperimenti LIGO e VIRGO, ma ci vogliono ulteriori analisi per dirsi confermati). In ogni caso lo specifico problema di Hawking sui buchi neri non ha a che fare con queste teorie, sono radiazioni di altra natura.
Sugli altri due problemi che tu citi.
1.  La teoria dell’inflazione cosmologica spiega proprio l’omogeneità osservata.
2. Anche questo fenomeno è spiegato dall’inflazione cosmologica.
L’inflazione cosmologica però sarebbe avvenuta a 10^(-35) secondi dal big bang, è durata 10^(-30) secondi e in tale infinitesimo tempo avrebbe aumentato le dimensioni dell’universo di un fattore di circa 10^30! Fu un fenomeno del tutto eccezionale che non si sa da cosa sia stato causato (se mai si è verificato!). L’attuale accelerazione dell’espansione dell’universo non può essere dovuta allo stesso meccanismo e comunque non con le stesse modalità in quanto se è vero che entrambi sono antigravitazionali (ossia repulsivi) e rappresentabili con la costante cosmologica, i loro effetti sono di molti ordini di grandezza inferiori. Il fatto è che ci sono molte più teorie (tante) che fatti accertati (pochissimi e del tutto insufficienti) per cui la fantasia dei fisici si è scatenata nel costruire teorie che potrebbero non corrispondere a nessun fatto reale. Una cosa è certa: se mai è stata formulata solo una teoria può essere corretta e quindi le altre sbagliate (anche se in differenti sensi e quantità).
Sulla terminologia. La coloritissima terminologia della fisica teorica: quintessenza, i colori dei quark, stringhe, superstringhe, membrane, energia oscura, materia oscura e così via sono solo etichette che acquistano significato solo allorché vengono provate sperimentalmente altrimenti sono solo flatus vocis. Infine Hawking, nonostante la sua grande intelligenza, non poteva fare tutto da solo e in effetti anche se ha avuto per primo alcune geniali intuizioni queste sono state elaborate in molto tempo e con il contributo creativo di tanti altri scienziati. Concludo con uno dei suoi pensieri "“Fino a oggi la maggior parte degli scienziati è stata troppo occupata nello sviluppo di nuove teorie che descrivono che cosa sia l’universo per porsi la domanda perché?”

 Franca Colozzo - 17/03/2018 16:31:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Angelo Ricotta. Interessante questo tuo articolo sui buchi neri. Come al solito semini cultura dall’alto del tuo sapere. Allora ti chiedo se ti risulta che Hawking non abbia fatto in tempo a conoscere le ultime novità riguardanti l’emissione di radiazioni dai buchi neri? Le onde gravitazionali stesse, che arrivano fino a noi dallo spazio, possono essere emesse da buchi neri.
Per quanto concerne, poi, il Big Bang con la sua energia oscura si è rilevato che l’espansione dell’universo, anziché rallentare, secondo le aspettative generali, sta accelerando. Tutto ciò è emerso in seguito ad osservazioni compiute su supernove (il loro spostamento verso il rosso).
Ci sono ancora troppe incognite, in particolare due fattori:
1.(problema dell’orizzonte) ovvero che due regioni di cielo molto distanti fra loro (distanza angolare > 1°circa) non possono essere entrate in contatto fra loro prima dell’epoca alla quale la radiazione di fondo è stata emessa, per cui non possono aver raggiunto un equilibrio termico alla medesima temperatura; sarebbe quindi logico attendersi differenze molto più accentuate nella radiazione che osserviamo;
2.Il secondo problema è che nella teoria originale del big bang le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo sono molto più piccole di quanto sarebbe necessario per spiegare la formazione delle galassie in un tempo più breve dell’età dell’Universo.
Esiste dunque una gravità repulsiva? È forse l’inflazione, la cosiddetta energia oscura, responsabile di questa accelerazione? Pare che l’energia oscura costituisca il 73% dell’universo, la materia oscura il 23% e la materia barionica (elettroni, protoni, neutroni, ecc.) il 4%. Quindi questa forma dominante di energia nel nostro universo potrebbe costituire la quinta forza, che si aggiunge alle altre quattro interazioni fondamentali o forze : la forza gravitazionale, la forza elettromagnetica, la forza nucleare debole e la forza nucleare forte, che entra in gioco, cioè la quintessenza, messa in campo per spiegarsi l’inspiegabile.

Ovviamente, non ti chiedo risposte che ancora non si hanno, ma certo che la teoria di Hawking è stata anticipatrice di scoperte rivoluzionarie. Peccato che sia morto prima che altri orizzonti si aprissero alla scienza anche al suo contributo notevole che, per quanto gravemente malato, seppe dare al mondo.

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