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al testo di Maria Teresa Schiavino
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Stazioni per Virginia
At Angel Station un vento selvaggiamente soffia, trascina gli Angeli e gli autobus rossi verso il cielo grigio fumo…
Fiumi di tempo scorrono nel mio quaderno segreto come nei Virginia’s lost gardens (l’erba si è fatta più gialla, più antica, come i profumi dei fiori e le voci degli uccelli)
Fiumi e fiumi di macchine Concerti di rumori.... Chissà se tali rumori influenzeranno La lingua degli uccelli?
Il pellegrinaggio degli abitanti fantastici dei tuoi romanzi Non ha fine.
Io sono qui
guardando con i miei occhi i tuoi luoghi ascoltando voci Seguendo brezze …. L’aria è piena di odori confusi con l’odore della pioggia
All’angolo di Bloomsbury’s Rachel nel suo vestito più bello distribuisce volantini con storie d’amore mai scritte.
Provare l’ebbrezza degli angeli nel volo andare sempre più in alto, dove si vede La bruma incendiata dal sole…
Tu eri così sola.
(Missis Dalloway sale nel cielo col vestito gonfio di vento, un ombrello aperto nella mano destra, l’altra alzata a reggersi il cappellino…)
Chi reggerà il peso delle voci che affollano il tuo silenzio?
Come quelle di un angelo improvvido le tue ali si sono rotte in volo.
(La città non si acquieta)
Nel rombare del fiume Si nasconde il segreto.
Tre pietre. Nelle tasche di una giacca grigia. Nel mattino di un giorno grigio. In quale fiume ti sei nascosta? L’acqua ti separa da te stessa.
A Time Square, stamattina ogni orologio segna la propria ora, come è giusto, ed una giovane donna, invisibile, disegna una spirale di sabbia nel vento.
Ho pianto come un salice, e le mie lacrime Si sono perse nell’acqua del Serpentine. e poi abbiamo riso a dirotto, con un bambino folletto, incontrato per caso nella piazza del Tempo.
Ci sarà un luogo Per tutte le parole? forse, Virginia, tu hai scelto il fiume, perché l’acqua risuona come il mormorio di voci amate e lontane dietro porte sbarrate Che non potevi aprire. Come il brusio i sussurri i gridi le risate di sconosciuti passanti lungo Oxford Upper Street.
Forse anche tu ti sei chiesta il perché di tante parole - il destino dei fiumi di parole sgorgate dalle labbra e dalle dita – un destino troppo breve a confronto della capacità di trasformazione della materia, della minima permanenza della materia in uno stesso stato.*
Che ne sarà delle parole – condividono Lo stato di materia solo perché parole, o solo Per ciò che le rende visibili – la carta, un po’ d’inchiostro… diventeranno un giorno che cosa?
Regent’s. Un altro fiumiciattolo Nel silenzio dell’erba. Un’anatra detta legge Alla comunità della sua specie.
Nostalgia sottile di nulla In questa giornata che minaccia pioggia (qui è tutto ciò che amo) aironi cinerini e nessun desiderio di casa.
Perdersi nella pioggia. Parole, lacrime, pioggia. Fiumi inseguono fiumi che inseguono fiumi di acque, di suoni, di cose. Gorgoglii, chiacchiericci, fragori. ruscelli, passanti, motori Mormorii e sussurri e gridi E sgorgare di acque e parole e suoni traboccanti dal mondo come latte che bolle (il profumo del pane tostato, al mattino, sotto il cielo grigio fumo…)
Mildenhall road, la sera. E’ silente ed asciutta. Niente più acqua nei rigagnoli ai lati delle strade, e neppure sulla cupola di pietra della chiesa di St Mary. Siedo sul muretto di cinta Accanto a un cespuglio di rose.
Il sole ed il vento hanno tutto asciugato. Lacrime, pioggia, brina. E sulle rose serali aleggia un profumo che è l’essenza di tutte le rose del tempo, di tutte le rose di cui abbiamo sentito il profumo, Virginia ed io, ognuna Accanto a cespugli diversi. E Virginia anche lei respira questo stesso profumo e sorride.
Londra, Luglio 2005 * infatti qualcosa nel movimento continuo delle stelle esplode un mattino gli uomini nel loro continuo errare ne ripropongono il moto perenne la distruzione del cosmo per un nuovo più potente caos ed allora scrivere delle parole – creare mondi – e d’un tratto tutto è lacerato non più silenzioso, morto e le parole inutile cenere dei giorni si posano su macerie inerti Ma Virginia non vede tutto questo, ha raccolto tre pietre tanto tempo fa sotto un cielo smokey orange e si è stesa nelle fresche pieghe del fiume è lì che ne ascolta la voce À jamais |
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