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al testo di Silvia Rosa
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Guarda Guarda il panorama dalla tua finestra con gli infissi in legno profumato, tre punte in fila di montagna equidistanti ed un giardino in tinta ammaestrato intorno a poche case delizia e disciplina da manuale di buon gusto che ti fanno tanta meraviglia, silenziose. Guarda alle pareti rosso impero e crema e tortora finemente decorate le tele di una mostra che celebra la guerra l’amore dio in croce la morte scenografica di una vergine in un cimitero di museo, l’ennesimo, tutto lindo, quasi rarefatto, sterile. Guarda il tuo corpo, ora, sorvegliato a vista metà carne da macello metà opera d’arte cesellata da un’estetica santa religione, così bene addobbato, un alberello di Natale finto carico di doni per gli invitati di una festa deserta, un palo di scopa dritto contro il vuoto con al centro una falla, un difetto imperdonabile una specie di piccola culla vuota della misura esatta, non un centimetro oltre, di quel buco d’ombelico dove guardi guardi guardi da quando ne hai memoria, tutto quanto ti circonda e non ti riesce di sfiorare, tutta questa vita la tua esistenza come un chiodo da scacciare via. Silvia Rosa, da "Genealogia imperfetta" (La Vita Felice, 2014) |
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