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di Silvia Rosa
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Pubblicato il 12/01/2015 19:34:19

Guarda
 
Guarda il panorama
dalla tua finestra con gli infissi
in legno profumato, tre punte in fila
di montagna equidistanti
ed un giardino in tinta ammaestrato
intorno a poche case delizia e disciplina
da manuale di buon gusto
che ti fanno tanta meraviglia, silenziose.
 
Guarda alle pareti rosso impero e
crema e tortora finemente decorate
le tele di una mostra che celebra
la guerra l’amore dio in croce la morte
scenografica di una vergine
in un cimitero di museo, l’ennesimo,
tutto lindo, quasi rarefatto, sterile.
 
Guarda il tuo corpo, ora,
sorvegliato a vista metà carne
da macello metà opera d’arte cesellata
da un’estetica santa religione, così
bene addobbato, un alberello
di Natale finto carico di doni
per gli invitati di una festa deserta,
un palo di scopa dritto contro il vuoto
con al centro una falla, un difetto imperdonabile
una specie di piccola culla vuota
della misura esatta, non un centimetro oltre,
di quel buco d’ombelico dove guardi
guardi guardi da quando ne hai memoria,
tutto quanto ti circonda e non ti riesce
di sfiorare, tutta questa vita la tua
esistenza come un chiodo da scacciare via.
 
Silvia Rosa, da "Genealogia imperfetta" (La Vita Felice, 2014)


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