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Oltre san Paolo di don Paolo Pagliughi

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Don Paolo Pagliughi Oltre san Paolo

 

(Il dio in cui noi possiamo credere. Intuito dai classici, oscurato dai cristiani, risorto con gli umanisti)

 

L'attacco di Pagliughi verso san Paolo è totale e parte da un lettura psicologica del personaggio, asserendo che lui identifica la sua persona con la dottrina, vendicandosi con chi la rifiuta perché respinge la sua persona. Per questo ad ogni critica risponde che glielo ha detto Cristo, vietando perciò il libero pensiero!

Più oltre l'autore sottolinea come la redenzione per la morte di Cristo sia un'invenzione di Paolo, a differenza di Barnaba per il quale i veri dogmi sono: speranza, giustizia e amore.

Di conseguenza la grazia solo attraverso i sacramenti diventa merce di scambio (Lutero!).

Ed è così che l'intolleranza si fa comandamento.

Perciò Paolo asserisce: assoggettate l'intelligenza. Guardatevi da coloro che ostacolano la dottrina.

Distruggerò la sapienza dei sapienti, l'intelligenza degli intelligenti, rendendoli soggetti all'obbedienza al Cristo perché essi non servono Cristo ma il proprio ventre e ingannano il cuore dei semplici.

 

Paolo cancella così l'infinita misericordia del perdonare settanta volte sette trasformando la Chiesa che, attraverso la confessione, attua un processo giudiziario per ricavarne potere e vantaggi politici.

La gestione dei fedeli diviene allora solo timore e terrore, con l'inferno che è il risultato di un potere intollerante e vendicativo al contrario di Dio che è amore.

Totale l'opposizione paolina al mondo romano, sia per quanto riguarda il ruolo della donna, l'omosessualità e il rapporto con gli schiavi.

Ernest Renan nella Vita di san Paolo dice: Paolo è la causa dei principali difetti della teologia cristiana. Cristo ha insegnato l'amore, Paolo la verità. Al calore dell'amore è subentrata la luce della fredda verità.

Invece per Mario Luzi: Paolo è una figura enorme che usò la sua persona per oscurare con il proprio vangelo quello di Cristo.

 

Nella parte finale troviamo un excursus sul libero pensiero dei filosofi dell'antichità e le novità intellettuali dell'umanesimo citate nel sottotitolo.

 

In conclusione Don Pagliughi, “prete ateo per amore di Dio” che si è sempre battuto per il ritorno della religione alle origini evangeliche, pagando duramente per questo, delinea il ritratto del prete vero.

 

 

 

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