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’Cantate la parola’

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“CANTATE LA PAROLA”
(Al M° Fabio Ciofini)


“Cantate la parola” e con la mano
accarezzi in segreto un turbinio
di note che, danzando da lontano,

scendono nel tuo cuore dal brillio
delle Grotte di Ghiaccio o da altre cime
intorno a Salisburgo: zampillio

che vagheggia la gioia del sublime
sulla tastiera di un bimbo chiamato
Amadeus. Nei vicoli le prime

dolci eufonie dal cielo stellato
sigillate per anni
nelle mani amorevoli
di un fiammingo di Thorn, Guglielmo Ermanni¹.
Sui colli in Collescipoli incantevoli
il Maestro organaro
con nobiltà veggente il suo più raro,
ineffabile dono
lasciò nel vento e il suono
angelico per secoli in oblio
è ora nelle tue mani in nuovo avvio.

¹Italianizzazione di Willem Hermans (Thorn, 1601- Roma, 1683), Maestro organaro, da cui prende il nome l’omonima Accademia.


Nota metrico-rimica

'Cantate la parola' fa parte di un gruppo di poesie ancora inedite che vanno sotto il nome di 'cometa'. Con questo appellativo ho voluto indicare una composizione poetica a forma chiusa di 20 versi, composta da tre terzine e da una stanza di cinque settenari e sei endecasillabi.
I primi dieci versi ripetono il modello dantesco delle rime incatenate. Poi però, dall’undicesimo al ventesimo verso, gli endecasillabi si alternano e si intrecciano con i settenari, rispettando il seguente schema metrico-rimico secondo il quale le prime ricorrenze di e, f, g e le entrambe di h sono sempre versi settenari e tutti gli altri sempre endecasillabi: a-b-a // b-c-b // c-d-c // d-e-f-e-f-g-g-h-h-i-i.



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