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La prolungata disgregazione della materia

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Nell’impossibilità di sottrarsi alla prolungata
disgregazione della materia, l’umanità cede alle illusioni
anche i dettagli del proprio destino.




nella mirabile espansione di molti specchi non è sufficiente ai figli ciò che si vede e oscilla in ogni direzione e poi si distorce a causa della natura instabile della materia che unisce e divide



nella sostanza celeste che modella, tanti fenomeni dell’umana appropriazione corrispondono alla vana pretesa di non smettere di vivere



nel passaggio dalla materia elementare del respiro all’incrinatura che si allarga nel tempo, non si riduce la suprema altezza dei cieli né la loro consistenza si assottiglia



le stelle che l’azzurrità del cielo in cielo mostra, allo scadere di ogni durata tratteggiano con il loro moto verso l’alto il verso di una destinazione apparente



di porto in porto, stende sulle prede l’uniforme colorazione della propria sostanza il sole che porta alla ribalta l’arco e la sfera con il passare del tempo



una visione opaca della materia in prolungata disgregazione non smette di incrinare l’idea positiva che l’uomo ha del suo aspetto evolutivo





(Poesia pubblicata sulla rivista ANTEREM, Rivista di ricerca letteraria, n. 80, VI serie, I semestre 2010).

 Floriana Porta - 26/05/2014 18:02:00 [ leggi altri commenti di Floriana Porta » ]

La materia, il respiro, il tempo e il cielo, in un movimento "verso l’alto" che mi ricorda Teilhard de Chardin e le sue teorie sull’evoluzione. Complimenti da Floriana












 salvatore violante - 02/07/2010 15:04:00 [ leggi altri commenti di salvatore violante » ]

Per Leopardi, la siepe; per Montale, la muraglia con sopra i cocci aguzzi di bottiglia; ma anche Eraclito di Efeso e quasi tutti i grandi della filosofia e della poesia hanno distinto gli orizzonti. C’è quello dell’intelletto di ragione che arriva fino alla siepe, fino alla muraglia, fino al visibile. C’è però un altro modo di intelligere che si dota dell’immaginazione che va oltre questi limiti. Vuoi vedere che la poesia sta da quelle parti? Niente contro la filosofia, anzi! Bisogna però che essa prenda corpo, che viva. Cercare di afferrare per la coda il moderno o futuro che dir si voglia, è legittimo ma non basta concettualizzarlo per servire la poesia contemporanea. Io trovo ancora molto più contemporaneo il Lucrezio del "De Rerum Natura" piuttosto che questi versi di Flavio Ermini.

 Antonio De Marchi-Gherini - 01/07/2010 21:13:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Invitato da Roberto, non avevo ancora letto perché Flavio é vecchia conoscenza. Che dire, poesia alta, algida e filosofica. Più sul versante della filosofia che della poesia.
Con le menti in circolazione, caro Flavio, devi aspettare che si ingrossi il gruppo dei seguaci, comunque sempre avanti nel variegato mondo della poesia, ma ti pregherei di essere un po’ più aperto anche ai giovani brillanti, ce ne sono tanti che leggo qua e là. Ciao,

 Zorro - 30/06/2010 15:08:00 [ leggi altri commenti di Zorro » ]

Zorro é per sua natura uomo mascherato.Lascia perdere l’italiano medio, che ci sarebbe da scrivere una Treccani. Non hai mai visto o letto, caro Attolico, la freddeza da obitorio con la quale si presenta Anterem e i suoi scrittti?

 leopoldo attolico - 30/06/2010 12:47:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Siamo tutti in attesa ( vana ? )che "Zorro" dismetta la sua maschera infantile , discostandosi una volta tanto dall’italiano medio che lancia il sasso e ritira la mano .
Francamente , la radicale luttuosità del suo commento è in tutto degna di miglior causa ...

 LaRecherche.it - 30/06/2010 01:36:00 [ leggi altri commenti di LaRecherche.it » ]

Per cortesia chiediamo a colui che si è firmato "Zorro" di intervenire sul sito con il proprio nome e cognome cosicché l’autore possa avere la possibilità di interloquire con una persona reale.

 Zorro - 29/06/2010 23:00:00 [ leggi altri commenti di Zorro » ]

Siamo alle considerazioni cimiteriali della creatività poetica. I guardiani dei sepolcri continuamno imperterriti nel loro lavoro da beccamorti. L’elettroncefologramma é piatto, la pulsazionwe cardiaca al minimo. Ciao poesia...

 Roberto Perrino - 28/06/2010 22:27:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

La lettura di questo testo mi ha colpito per la struttura formale e lessicale. Sembra quasi un rosario di assiomi, quasi una introduzione euclidea alla geometria dell’umanita’ in cerca di una purtroppo elusiva "destinazione verticale".

 Alfonso Lentini - 28/06/2010 18:49:00 [ leggi altri commenti di Alfonso Lentini » ]

Ciao Flavio, è l’ultima parte di un testo che avevo già letto in Anterem! Forse la parte più bella, complimenti

 Loredana Savelli - 28/06/2010 07:05:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Con un linguaggio chiaro e assertivo la poesia comunica un contenuto altamente filosofico, spaziando tra positivismo e nichilismo e lasciando percepire una sensazione, non disperante, di universale disagio.

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