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Natale 2016

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A dicembre irrompe tradizionale
da un abete con scintillanti evviva,
grossolano un ghigno èbete,
che mi timbra il cervello.
Quanti Natali hai?
Quanti ne hai sprecati? Goduti? Passati?
Quanti te ne restano?

Più luci, più lustro, fermenta la festa,
brilla bella robusta la gioventù,
e il buon vivere, che pare diffuso,
come il brutto Socrate
mi sento bello e fresco siccome il mattino,
cinto da belle e nude braccia,
con il cervello pieno di timbri.

Il calendario del fisco e del supermercato
sollecitano doveri e riti,
il giorno è pieno di cose belle
quelle che mi mancano fanno le sceme,
luccicano, sono sfere appese, lustrini esagerati,
prendimi maschio libidinoso,
mi dice la vita:
Sono la fortuna sciocchino.

Ho il cervello pieno di timbri.
C'è l'allegria sdentata dei poveri,
e gli incidenti stradali dei ricchi,
grazie e disgrazie.
Quello che mi piace,
è il canto e la calligrafia delle femmine.
Buon Natale al manganello con lo stipendio.

Presenti le fanciulle con lo scooter,
io e gli aggregati estemporanei di individui,
immaginiamo, il Prete, Babbo Natale e la Befana,
nelle cattedrali, che al posto della scienza,
graziosamente si prestano a benedire per Tutti,
i gradi di civiltà in evoluzione.

Veri Santi dell'Umanità,
carcerati, poveri e matti,
c'è doveroso doloroso per loro
il Satanico Natale maledetto,
il loro Sacro Santomale per noi è Benedetto, Utile,
a nostra e a loro insaputa
alimentano la possibile quasi felicità nostra,
usi e costumi in glorioso sano divenire.

Da dove viene Babbo Natale?
Forse dal Micro e dal Macro;
l'infinito relativo ci manda un giullare,
come comandante di una nave
si manifesta ai passeggeri, enti finiti;
la Divisa, il Viaggio, l'Oblio.
Allegorie beffarde, brutali innocenze.
Signor Padre Eterno,
stammi vicino,
dammi la mano che sono piccino.

 Enrico Dignani - 15/12/2016 11:00:00 [ leggi altri commenti di Enrico Dignani » ]

avevo un grazioso commento, ma per correggere il testo inserendo una virgola, l’ho perso, ciao

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