LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Alessandro Carnier
La visita

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
 
La visita
 
Era una splendida giornata di sole, e decisi di accettare l'invito di un mio amico pittore che viveva isolato in campagna.
Una volta parcheggiata l'auto nel cortile della casa di Glauco, una ex fattoria parzialmente ristrutturata, sentii la sua voce roca, era un accanito fumatore di sigari toscani.
Come al solito mi accolse con un forte abbraccio.
“Vieni dentro, c'è del caffè caldo... un po' bruciato, ma basta mescolarlo con dello zucchero di canapa è sarà buonissimo.”
“Sono sicuro che in questo luogo idilliaco staremo beatamente tranquilli.” Finita la frase con un tono ironico, cercai un posto a sedere su un lembo del divano libero da scartoffie.
“Scherza quanto vuoi, ma a me è accaduta un'esperienza che ha dell'incredibile.”
“Che vuoi dire Glauco?”
“Parecchi giorni fa, la mia amica poetessa Gina Versi portandosi dietro una medium è venuta a trovarmi, e appena entrata in casa la medium ha avuto una sensazione angosciante.”
“Sì. Che intendi dire? Casa tua è sempre stata un'oasi serena.”
“Ascolta, appena varcata la porta, si è arrestata di scatto, e si è guardata in giro con un'aria seria, poi mi ha detto che in questa casa era morto qualcuno, di morte violenta. Così… di colpo, sono rimasto senza parole, perplesso, e poi le ho risposto: qui, che io ricordi, è morta mia nonna... Maria, aveva cresciuto già tutti i suoi figli, che poi si erano sparsi per il mondo. Ma si era trattato di una morte serena, naturale. Si era spenta addormentandosi sulla sua poltrona preferita. La medium è rimasta in silenzio, e poi ha aggiunto: allora dev'esserci stato qualcos'altro... parecchio tempo fa.. perché qua... si tratta di una morte violenta. Io invece mi sono sempre trovato benissimo qua, anche da solo, con le finestre aperte, cioè: era casa mia. E vabbè... Nò, qui ho una sensazione di morte violenta, ripete, poi mi ha chiesto una candela, è salita le scale che portano di sopra. Qui è stata uccisa una ragazza di 16 anni, che era incinta, dal padrone di casa.”
“Addirittura un omicidio.” Il racconto di Glauco si faceva interessante.
“Dev'essere stato angosciante immaginare che nella propria abitazione sia avvenuto un fatto di sangue.”
“Infatti restai pietrificato... non sapevo neanche che domande fare.”
“Ma gli hai chiesto come faceva a sentire?”
“No Mauro. Poi ha disceso le scale, è uscita in cortile e si è fermata laggiù, su quel lato della casa, e dice: è stata sepolta qui, e mi ha detto anche il suo nome, Emma.”
“Diavolo!” Esclamai.
Poi Glauco continuò: “Emma... è una ragazza giovane, perché ha le sottane corte... si.”
“Quindi lei la vedeva?”
“Sì, poi la medium ha indicato un punto per terra. E qui, io vedo una cosa bassa... colpi di martello... La casa è sempre stata così, e allora sai ho cominciato a dubitare. E poi se ne sono andate, dovevano rientrare.”
“Però, si riferiva ad un'epoca precisa?” 
“Di certo non a questi ultimi cinquant'anni. Perché poi ricordai che qui all'inizio del secolo c'era un'osteria. Cento anni fa, forse l'unica del paese. Allora poi ho riflettuto. Lei vedeva una cosa bassa, perchè… indicò anche il punto esatto, da quella parte. Di là, vicino alla tettoia c'era il vecchio porcile. Sai, era una costruzione bassa, di legno e mattoni. Allora per una questione di rispetto, io non è che abbia voluto andare lì, dove mi aveva indicato la medium, per scavare e magari verificare se c'erano delle ossa. Però pensando intensamente a questa triste vicenda. Io ho detto: Guarda, se tu vuoi essere sepolta con le tue ossa dove riposa mia madre, senz'altro lei ti riceve. Perché, o credi o non credi, ma nel dubbio tu devi tenere aperta questa ipotesi, no? E allora ho aggiunto, come per parlare con questa povera giovane sventurata, guarda: se tu vuoi restare qui a casa mia… qui dove sei… io ne sono felice, è come se tu fossi mia figlia. Se vuoi invece avere una sepoltura cristiana, fammi un segno, in qualche modo che io capisca, che invece, devo togliere le ossa da qua, e portarle in cimitero.”
“Ma questa ragazza era stata uccisa, secondo lei dal padrone?”
“Sì, uccisa dal padrone dell'osteria, che voleva nascondere la gravidanza. La medium mi disse che così gli aveva detto la giovane in una visione. Probabilmente l'oste, sposato e con famiglia, voleva evitare lo scandalo in paese. La medium mi disse che in un'altra visione, aveva visto l'oste colpire la ragazza con una specie di martello al capo.”
“Si, è una storia che sta in piedi. L'oste ha approfittato di lei, e ha sedotto Emma, poi quando ha saputo che era rimasta incinta, si è liberato di lei in quel modo, magari con la complicità di qualcuno. Emma forse era un'orfana, e nessuno si è curato della sua scomparsa.”
“Già, Mauro. Potrebbe essere andata anche così... la medium non ha più voluto venire qui. La mia amica Gina, mi ha detto che era rimasta molto provata da questa esperienza.”
Si era fatto tardi, e dopo aver pranzato, io salì le scale al piano sopraelevato e sistemate le mie cose, mi stesi sul letto e cercai di dormire.
 
Di Alessandro Carnier
 
 

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.