Scrivi un commento
al testo di Giulia Bellucci
Sol lucet omnibus
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Dove si nasconde il sole quando l’ombra feroce assale incupendo il cielo ed ingoiando altrui spazi? Perché in quei cruenti eventi l’umana ragione s’è lasciata traviare sciupando la dolcezza d’ingenui canti e la certezza del sole che nasce e le speranze d’un viver quotidiano? Non c’ero io in quei giorni non vissi quell’inferno. Non vittima, non aguzzino! E non certo per immunità, o per qualsivoglia merito o perché esista altrui colpa solo il caso fu determinante giacché breve è il passo che separa un piede dall’abisso. Mucchi di cenere lasciati qua e là voci sine tempore soffocate da un silenzio rimbombante. Lasciami vivere ancora. Anche me! Ora! Due occhi, un respiro asperso nell’aria di marmo, un’anima che langue mentre abietta s’allunga quella mano come una falce a tranciare sine causa ogni “reo” ramo. Non è forse un diritto innato il vivere? Ma tutto è già accaduto! ed incombe l’onta sua aberrante lasciando oggi qui sgomenti. E ora che è un passato mai passato risuona la sua eco e lascia incredulità. Dov’era la luce? Dove l’Uomo allora? Dove l’Uomo oggi? Ma il sole è risorto ancora e diffonde su ciascuno il suo calore.
|
Giulia Bellucci
- 24/01/2020 16:07:00
[ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]
Sì Salvatore, hai centrato esattamente il pensiero che volevo esprimere e il tuo non è assolutamente sproloquiare. Considerazioni le tue che sono pienamente condivise da me. Ricambio con stima sempre il tuo saluto.
|
Salvatore Pizzo
- 23/01/2020 14:37:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
Quasi un grido, questo tuo interrogarti, mia cara Lucia. E proprio in questi giorni, in cui ci si avvicina alla celebrazione del giorno della memoria. Giorni in cui è venuto a mancare anche il filosofo Emanuele Severino: pensatore come pochi oggi, e che ci viene meno nel conto del più o meno della sapienza. E per questo, per laffermazione del Severino che siamo"eterni", congiunta con lolocausto, memoria che ricorre della caducità dellessere, che mi vien da rispondere al tuo interrogarti con uno sconsolato allargarsi di braccia: è vero che saremo eterni, come affermato dal Severino, ma è anche vero che lo siamo come le foglie soldati di Ungaretti. E forse in ciò il nostro essere eterni: nel rinascere in primavera, pure ricordando come si è marciti, prima di rinascere. Solo che non credo che si abbia idea di quale sia il "punto" in cui ci si trovi in questo filo eterno che è lessere. Del resto nemmeno Dante ci soccorre in ciò. Come quando afferma chè dura dire qualè la giusta via,ci ritroviamo spersi nella landa spaziotemporale: ora andiamo avanti, ora indietro, molto più spesso ci giriamo attorno, entrandoci in quellorrore chè lessere, per poi riuscirne convinto di avere acquisito maggior consapevolezza, tranne poi ripetersi con accenti più pesanti e tragedie dalle dimensioni sempre più vaste... Grazie e di cuore anche per avermi dato da pensare. Tu perdona questo mio sproloquiare. un caro saluto
|
|
|