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Morte in diretta

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Vi chiedo scusa a priori, ma qualcuno deve pure scriverlo.
Ho guardato, per scelta, e fino alla fine, un video dove lapidano una Donna in Afghanistan o giù di lì,
arrivatomi su FB.
L' ho vista morire. So esattamente quale è stata la pietra letale.
Mai più.
Messa in una fossa, trasportata dentro un lenzuolo viva, Donna, femmina, urlante, urlo nero...
Buttata lì dentro.. senza difese e con un branco di uomini-bestie a lanciare pietre.
Da vicino.
E le coprono il viso, il volto, con un velo del cazzo per non guardare la vergogna di quello che stanno facendo...
Si difende con le mani, vedi solo quelle...
Poi le riassettano il sudario, il copricapo, il copri-occhi. E sblam... una pietrata in fronte, poi sul corpo, poi tutti quanti, tutti maschi e armati, lanciano pietre, e prendono la mira.
È uguale dove colpisci ma vuoi mettere?...
E un disumano va a vedere a che punto siamo con la macellazione. Ancora copriamo lo scempio e finiamola.
Un deficiente filma tutto.
Vedo le mani che cercano di proteggersi ancora. Non può farlo. Non sente più dolore.
Ma è viva. Ancora. Probabilmente chiede giustizia. Giustiziatemi. Subito. Trova chi lo fa. Una cazzo di pietra le sfonda il cranio da dietro, tanto non si vede nemmeno il sangue.
C'è il foulard correttamente buttato su un corpo vivente come una sfilata di morte.
E le braccia cadono, come foglie morte sul colpo, come un felice trapasso ad un posto senza pietre, senza dolore imposto gratis.
Il cretino va a controllare se è morta o fa finta. Magari un'altra pietrata te la tiro.
E sono armati. Basterebbe un colpo. Quindi siete figli di puttana.
È morta.
L'hanno lasciata nel buco.
Pieno di pietre.
Non si sa nemmeno cosa avesse fatto di male.
Dovreste morire tutti.
Ciascuno.
Allo stesso modo.
Lapidati da Donne, e dal fantasma di Lei
che non ha nemmeno un nome
ma che chiameremo “DONNA”.
 
OLTRE AL CORONAVIRUS DOBBIAMO RICORDARCI DI QUESTE COSE.

 

©Martin Palmadessa 10 Marzo 2020

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