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al testo di Ferdinando Giordano
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Credo sia un buon artigiano il vento che modella suppellettili inamovibili e accumula i rifiuti dove crede. Se dovessero fare a pugni con il pavimento fai finta di non vederli. Siamo la razza che atterra per molto meno. Apri pure altre pagine, scolla i nessi dalle cordature; e ficcatelo in testa: arricchiscono solo chi li ha introdotti nelle citazioni dentro la carta con le stelle.
Ho letto di un nuovo astro che pulsa a ritmo blando, ma costante. Avulso dai congegni della fisica del caos, previsto ma inarrivabile dalla carne a norma di legge: non fa mistero del suo pendolo a reazione. Si è manifestato nell’onda di fondo con un segnale ciclico e fuoribondo perché era lì da prima che lo fermassero con un obiettivo preciso: trasformare la luce in un metro contagioso, più o meno per prendere le distanze dai rifiuti delle stelle. Si può dire che siamo al tappeto, anzi sotto.
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