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Il drago del pozzo

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Celato dentro una favola che vede protagonisti un drago e una bimba, troviamo una sorta di catechismo buddista. Attraverso i racconti che il drago fa alla piccola Ania, che immagino essere l’autrice rivestita dei suoi panni fanciulleschi per poter meglio parlare ai bimbi, ed in particolare al nipote Mirko, menzionato in prefazione, il lettore si addentra nella filosofia, o religione – non so – , buddista.

Lungo il viaggio immaginario di Ania attraverso un mondo fatato in cui prendono corpo gli insegnamenti buddisti, la bimba continua a tessere un parallelo con la vita e gli insegnamenti del nonno. Si costruisce così una sorta di ponte con quella che è l’antica saggezza dei più umili, capaci di relazionarsi agli altri con animo semplice e sereno, scevro di cattiverie e rivalità. Questa semplice filosofia di vita la ritroviamo nel buddismo, mostrandoci così quest’ultimo molto più radicato nella nostra cultura di quanto non si possa immaginare, considerando la provenienza esotica e distante in termini culturali e geografici.

Il libro si legge in un soffio e in un soffio è racchiusa la sua soavità di favola per bimbi e di insegnamento sussurrato anche per gli adulti. Immagino non sia esaustivo per una conoscenza del buddismo, ma penso che per chi intenda muovere i primi passi verso la buddità possa essere un buon inizio, soprattutto perché pone l’accento su aspetti che a ben guardare dovrebbero animare qualunque persona, come il rispetto per il prossimo e l’armonia con la natura e quel che ci circonda. Io sono poco addentro questa filosofia, ma dalla lettura l’ho percepita come vicina all’essere umano, forse molto più di certe religioni radicate alle nostre latitudini che talvolta si inceppano in una stratificazione gerarchica, in cui l’uomo semplice appare come l’ultima parte di un meccanismo governato da altri; il buddismo appare come una religione in cui ciascuno è artefice della propria vita e della conseguente salvezza. Ma non voglio dilungarmi in un campo che non padroneggio e che appare insidioso per uno poco incline alle religioni.

Resta una graziosa e delicata lettura per bimbi, siano essi di età o di inclinazione e curiosità.

 

 Daniela Delogu - 08/05/2013 16:15:00 [ leggi altri commenti di Daniela Delogu » ]

della stessa autrice ho letto da poco anche "La luna di Nina", un racconto delicato e commovente dove tradizione e attualità si fondono e che ci fa capire come tutto è relativo, la realtà è relativa a noi, a come la vediamo e la viviamo. E a come cambiando punto di vista possa cambiare.

 Daniela Delogu - 25/04/2013 20:08:00 [ leggi altri commenti di Daniela Delogu » ]

a me è piaciuto molto come concetti così profondi vengono spiegati in modo semplice.
Poi il buddismo non è una religione, non esistono i buddisti ma esistono persone che fanno pratica buddista (l’ho scoperto domenica scorsa) e questo fa una grossa differenza con le religioni che conosciamo
;-)

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