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al testo di Alessandro Carnier
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Ciao buon vecchio lago amico. Quante volte mi hai accolto nei momenti di maggior sconforto. Sulle tue sponde ho ritrovato l'orgoglio smarrito, la lucidità perduta è una maggior consapevolezza. Sei per me l'unica ancora di salvezza. Quello che è per me è un mondo perduto di inutili certezze. Mi hai accolto celato da un intrigo di rami e verdi foglie d'estate e rosse e arancioni e marroni all'imbrunire nelle verdi e soleggiate stagioni e nelle gelige brevi giornate invernali, dalla rada e tagliente luce radente. Sulle quelle sponde aride e povere io ti devo i momenti di maggior sollievo. Non ho bisogno di vederti, ma solo percepire al di là della soglia le tue acque serene e placide. Salve povero lago che mi sollevi dai miei deboli pensieri. |
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