Scrivi un commento
al testo di Gil
Cos...
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Così le parole cadevano su Trastevere, tra piazza Rolli e ponte Testaccio; sembravano fiocchi di neve come quelli che ci sorpresero - disteso manto bianco, quasi il riapparire di un'innocenza - e non eravamo più bambini e non eravamo più ragazzi: eravamo al di qua del confine dell'età giovane che non trovava per noi il posto giusto nel mondo. Così le parole cadono tuttora, ma non più su Trastevere, non più tra piazza Rolli e ponte Testaccio e non sono più neve, non sono più acqua, eppure ancora dissetano l'arsura della mia stranietudine in un mondo dove inizia il mio esilio.
|
Gil
- 23/07/2019 06:55:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
Un commento perfetto, Laura, come è nel tuo genio, eccetto per lattributo di Poeta, che non ppsso vantare; forse non-poeta, con le iniziali minuscole, ché il tono minore è meno osato.
Ti abbraccio
|
Laura Turra
- 22/07/2019 11:08:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Dobbiamo toccare luoghi, per lesistenza, per sapere che abbiamo vissuto, che viviamo. Cè un patrimonio di luoghi che nel tempo ci sono divenuti "sacri" la cui bellezza la comprendiamo solo noi che li abbiamo abitati. Luoghi che in certi momenti ritornano ad alleviare quel senso di “stranietudine” (così la chiama il Poeta, con un termine che trovo indovinato). In fondo è proprio nostro quel sentirci qui in esilio, perché nostro è il tendere ad un Altrove che, forse, sappiamo essere la nostra vera casa. Gil, ti lascio un grande abbraccio.
|
Gil
- 18/07/2019 13:31:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
Grazie, Klarissima!
|
Klara Rubino
- 18/07/2019 12:10:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
+a: che meravigli-a!
|
Klara Rubino
- 18/07/2019 12:09:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
Che meravigli Gil, mi piace moltissimo; perché ne sento il ritmo...che si sposa perfettamente al contenuto, lo evoca. Mi colpisce il contrasto tra questi due versi a conclusione della prima e della seconda parte:
Che non trovava per noi il posto giusto nel mondo
in un mondo dove inizia il mio esilio
Nella seconda parte le parole non sono più neve non hanno più acqua:la stranietudine non è condivisa, ma vissuta in solitudine; non più una passeggiata, un percorso, piuttosto una sosta, un ricordare.
|
|
|