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al testo di Quin
Fortuna
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FORTUNA Da sempre sono stato un uomo fortunato: con anima leggera (altri, non io, dirà superficiale) son sempre stato in grado di evitare di farmi troppo male col rimaner da solo, senza neanche un amore al calar della sera. Specialmente l’autunno, stagione intransigente per via che non si è ancora abituato il corpo a fare a meno della luce del giorno, del brusio della gente e del calore intorno che fino a ieri c’era. Mi chiedo finalmente, in questo inverno del nostro scontento, col freddo giù alle ossa e il buio avanti agli occhi senza nessuno accanto che mi tocchi e si faccia toccare e non per gioco, (ma il mio non è, o un poco sì, un lamento) se evitando la sera non mi sia sfuggita la verità più vera di questa nostra vita. QuinNov22
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Quin
- 13/12/2022 14:56:00
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Grazie Salvatore. del tuo commento. Certo, lo scrivere è un tentativo di dare una forma a ciò che spesso è mal comprensibile: questo nostro vivere.
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Salvatore Pizzo
- 07/12/2022 02:27:00
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Si interroga e ci si interroga, forse conscia che, risposta, è già nello scrivere, nei versi, in cui il sentimento assume quella sottile vena di rimpianto che esplode luminosa consapevolezza alla fine. Molto apprezzata anche per quel tono colloquiale che ne rende la sincerità. Un saluto e grazie.
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Quin
- 29/11/2022 17:31:00
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Ciao Annalisa, prendo il tuo commento come un augurio, puntando sul 50% del tuo interrogativo. Buon pomeriggio a te e grazie
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Annalisa Scialpi
- 29/11/2022 17:03:00
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La diversità, lessere artisti, significa a volte non
essere in sintonia col mondo attuale, il mondo del potere
e del controllo, della pesantezza. Un artista è come dici tu,
leggero, proprio come Ermes, il dio dai calzari alati, il viaggiatore dei mondi, il fanciullo che non ha tempo per pensare ...alla sera. Chissà questa poesia, che è una specie di
interrogazione, non ti porti, proprio come Ermes, una risposta
inattesa... Buon pomeriggio e grazie
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