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Poesia della settimana

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Canto a occhi chiusi

di Giovanni Stefano Savino

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LXVII

 

Siamo giunti allo sdrucciolo di vita,

tu ed io. Dovrebbe essere facile,

ma a me non reggono le gambe e a stento

compio al mattino accorciato tragitto;

e tu, se puoi, l’intero giorno dormi.

Luce di luglio, forse stamani entri

in ospedale e ti pieghi alle cure

dei medici, agli assaggi ed alle prove;

scadenze e incontri fuori dalla porta

della stanza dove sei ricoverata

lasci, dimentichi dimenticata.

Nemmeno l’eco del mare ti rende

la riva da san Marco a capo Frasca,

ricomposto silenzio in bianco letto.

 

 

5 luglio 2008

 

 

***

 

LXIX

 

Sul tavolo in cucina cinque pesche

e quattro pere fanno quasi un orto,

e portano il profumo della vita

lontana dai sofismi, un cerchio puro

in sé perfettamente chiuso e fuori dall’ordine consueto delle cose,

sì che gli rende la forma dovuta

 

il ricordo dell’albero, del ramo.

 

 

6 luglio 2008

 

 

[ Tratte da Canto a occhi chiusi – Anni solari V, Edizioni Gazebo ]

 

 


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