I.
E se qui ancora tace la mattina
e non riporta dal passato un caro
viso morto, altre morti già saranno
come tue, tanto indefinibili;
e di tuo padre un giorno e di tua madre
verranno allora i volti nel ricordo
partecipi della tua stessa vita,
di tanto del tuo stesso amore.
Ma tace ancora a lungo la mattina
con piccole infusioni di rumore.
IX.
Alla fioca luce notturna delle stelle
l’aria si improvvisa solo dove i tetti
in lampi e in squarci scoprono la vista
e dentro infilo alle mie tasche in fondo
un po’ della mia notte immaginata
a rompere le righe come quei soldati
un tempo in guerra ma ora persi, andati
in un altrove e intenti a raccontare
storie d’amore, di un’eterna pace.
XXIV.
Dentro il cielo è un muoversi di onde
chiare e scure, di pioggia e di vapore
ed è così impalpabile il pensiero
anche gravato di cose terrene.
Viaggi anche tu che sei la scheggia
discesa dalle spire di un’eterna
idea: ora luce, ora d’ombra il volto.
Viaggi anche tu e in questa attesa
che logora e finisce – e già è finita -
si intrecciano i versi come nidi.
[ da Piccolo canzoniere privato, Alessio Vailati, Controluna ]