*
Spesso un bianco di pagina accoglie
la sera nel canneto e tu torni
come una brezza lieve: ad occhi chiusi
senza voce né tempo nel volo delle rondini
sfociano gli istanti. Pare vero il mio andare
nei tuoi occhi, la corsa per tagliare l’aria
che ci avrebbe accolti. Venne poi la pioggia
a cancellare le tracce, a portarti da sola
all’altro lato della nostra notte.
*
C’erano quattro finestre in quella casa.
Quattro finestre eternamente chiuse.
E c’era qualche sogno appeso alle pareti,
qualche follia legata alle finestre chiuse.
Ma non c’era più la vita in quella casa.
*
Saperti in un posto inimmaginabile,
vederti passare dove le querce
mutano con le stagioni.
Guardare la salita degli affanni,
gli specchi dei cambiamenti.
E chiedersi fino a che punto
gli impostori siano amici del dolore.
Fin dove arrivino le orme
ora che i tuoi sentieri
si perdono nella misura
dei pensieri.
Da La vita della parola, Bonifacio Vincenzi, Macabor Editore, 2020